lunedì 27 aprile 2015

Renatino e Kiaramella, una favola per imparare a mangiare bene

Renato è un bimbo talmente magro da venire chiamato da tutti Renatino: non ha mai fame perché si riempie la pancia di tutto ciò che con il cibo non c'entra nulla: rabbia, gelosia, vergogna.
Chiara è una bimba cicciotta che mangia talmente tante caramelle da venire chiamata Kiaramella: non ha fame, ma fa di tutto il bis, il tris, senza accorgersene, perché è spesso annoiata.
Cos'hanno in comune questi due bimbi? Hanno un problema di orecchie!
Renatino e Kiaramella sono i protagonisti di una piccola e bella favola scritta dalla psicoterapeuta Silvia Spinelli, per imparare a mangiare bene, per far capire a noi genitori che l'alimentazione dei bimbi è un fatto molto importante e che i loro atteggiamenti a tavola possono nascondere disagi di cui non ci accorgiamo...e che è proprio una questione di orecchie, di saper “ascoltare” quel che il loro e il nostro corpo ci dice.
Ho scritto diverse volte sul rapporto con il mio corpo sempre troppo abbondante (qui e qui) e che non è una mera questione di estetica, anche se la nostra società ci mette sempre a confronto con corpi slanciati e bellissimi come modello di positività e di corpi cicciotti come specchio di una negatività. Una giusta alimentazione è una questione di salute, non di bellezza, e comincia da piccoli.
Renatino e Kiaramella è una favola divertente da far leggere ai bimbi, con i colorati disegni di Arianna Arione, è una favola che fa riflettere noi adulti (genitori e non) e che aiuta a capire meglio il nostro approccio con il cibo.
La Dottoressa Spinelli è prima di tutto una mamma, è brava e scrive bene: andate sul suo sito e scaricate l'ebook di Renatino e Kiaramella, sarà un bel regalo per i vostri bimbi e per voi!
La ricetta di oggi è un dolce – e i dolci piacciono a tutti! - ma con tanta frutta: una semplice Tarte Tatin, la famosa torta rovesciata, ma invece delle mele ho utilizzato l'ananas che contiene la bromelina, una sostanza che accelera il metabolismo, favorisce la digestione e previene la tanto temuta “buccia d'arancia”! Cosa volere di più?

A casa mia...sturiamoci le orecchie!

Tarte Tatin all'ananas

Tarte Tatin all'ananas

Ingredienti

  • 1 ananas
  • 4 cucchiai di zucchero
  • 50 gr di burro in fiocchetti più quello per imburrare
  • 1 rotolo di pasta brisee già pronta


Preparazione

Imburrate la teglia (deve andare sul fuoco, prendetene una adatta). Cospargetela con 2 cucchiai di zucchero in modo che aderisca. Mettete sparsi i fiocchetti di burro. Pulite e tagliate l'ananas a fette, mettete sul fuoco e lasciate cuocere finché l'ananas non risulterà morbida (ma non disfatta) e caramellata.
Togliete l'ananas dal fuoco e ricoprite con la pasta brisee, rimboccando bene i lembi all'interno. Bucherellate la pasta con i rebbi di una forchetta e mettete in forno per circa 30-35 minuti.



Girate la Tarte Tatin subito appena sfornata, altrimenti non ci riuscirete. Servite tiepida o a temperatura ambiente





mercoledì 15 aprile 2015

Non sopporto vol.2

Chissà perché quando si scrive qualcosa di negativo nei confronti di qualcuno si ha molto più successo di quando si utilizzano parole grondanti miele. Forse perché è più divertente? Non so, in ogni caso il mio elenco di cose/persone che non sopporto vi è piaciuto – e soprattutto la pensate come me! - e alla vostra richiesta di scriverne un altro, ho detto subito sì perché quando ho finito la stesura del precedente post, mi sono venute in mente una miriade di cose che mi fanno venire i nervi!
Pronti? Allora, non sopporto:

  • Il mutanghero: entrare in un negozio/bar/ufficio/asilo, salutare e non ricevere risposta. Cos'è, ti casca la lingua se dici buongiorno?
  • La madre avvocatessa: quelle mamme che difendono a spada tratta i propri figli con quel fervore che manco la Bongiorno con Andreotti. E sto parlando di bambini in età d'asilo che si rubano l'escavatrice giocattolo.
  • Il fafiuchè: letteralmente in piemontese vuol dire “fa fioccare”, fa nevicare, cioè quello che se la tira. Fa tutto lui, tutto quello che fa è magnifico, ma in verità non conclude una beneamata mazza.
  • La madre Willy Wonka: ha sempre in borsa caramelle e cicles (gomme da masticare) che dispensa ai bambini non suoi senza la consulenza delle altri madri che risultano così delle streghe noiose che in borsa hanno solo scontrini e fazzoletti smoccolati e che vivono cinque minuti di terrore per paura che il proprio figlio si strozzi con una mega Ambrosoli al miele.
  • L'avversativo: “Io non sono razzista, ma...”, “Io non sono omofobo, ma...”. Ma cosa?! O lo sei o non lo sei e tu mi sa che lo sei. Stronzo.
  • L'incapace: ha un Suv di dimensioni apocalittiche, ma non lo sa guidare e parcheggia sul marciapiede. Prenditi un'Ape Car, è meglio.
  • La figa in canottiera: quella che con un paio di jeans, una canotta bianca e un filo lungo di perle è gnocca e fa tendenza. Io, al massimo, sembro un muratore di Bergamo.
  • I finti ecologisti: si lamentano che la città non è pulita, è tutta colpa della politica, poi escono dal bar e buttano per terra lo scontrino del caffè. Io te lo farei mangiare.
  • I palleggiatori: gli uomini che si toccano in continuazione i gioielli di famiglia. Guarda, sono sempre due e non scappano di lì, stai sereno.
  • Gli spioni: quelli che non usano e criticano facebook, hanno una sagoma al posto della foto profilo, ma lo spulciano ogni giorno e sanno di tutti morte e miracoli.
  • I mangiatori di miglio: la carne fa venire il cancro, le mele hanno gli insetticidi, la pasta è chimica, il pesce ha il mercurio. L'unica cosa mangiabile sono miglio e quinoa. Guarda, grazie, quando rinasco gallina te lo dico.

Anche oggi l'elenco potrebbe continuare, ma lascio a voi lo spazio per tutto ciò che trovate insopportabile.
Adesso ho voglia di sorrisi, di fiori colorati, di tavolate con gli amici, di bambini che ridono, di cose belle e buone: adesso ho voglia del rotolo di spinaci, uno di quei piatti che mia madre cucinava quando era giorno di festa.
Pasta all'uovo farcita di spinaci e ricotta fresca, una generosa macinata di noce moscata, sugo di pomodoro che sa di basilico e di estate, tanto parmigiano che in forno diventa una crosticina dorata.
Perché i motivi per innervosirsi sono sempre troppi, ma è molto meglio trovare il lato positivo nella vita. Sempre.

A casa mia...mobbasta!

Rotolo di spinaci

Rotolo di spinaci

Ingredienti per 2 teglie

  • 500 g di spinaci freschi
  • 500 g di ricotta vaccina
  • 100 g di parmigiano grattugiato
  • 1 uovo
  • Noce moscata
  • 2 confezioni di figli di pasta all'uovo (oppure se la fate in casa usate 4 uova e 400 g di farina)
  • Sugo di pomodoro
  • Parmigiano grattugiato e fiocchetti di burro
  • Sale e pepe


Preparazione

Sbollenta gli spinaci in acqua salata, falli raffreddare, strizzali bene e sminuzzali al coltello. In una ciotola lavora la ricotta, poi aggiungi gli spinaci, il parmigiano e l'uovo. Gratta la noce moscata, regola di sale e pepe e crea una farcia cremosa.




Disponi la pasta sulla carta forno per aiutarti ad arrotolare dopo. Sistema la farcia solo su un lato e poi arrotola la pasta e fai un salamone.



Fai una caramella con un canovaccio pulito e metti a cuocere il rotolo in acqua bollente per circa 30 minuti.



Taglia il rotolo a rondelle, sistemale su una teglia imburrata. Cospargi con il sugo di pomodoro (il mio è fatto con pomodori freschi, cipolla, olio evo e basilico), parmigiano e fiocchetti di burro. Se vuoi puoi sistemare le teglie in freezer e cuocerle quando vuoi!



Cuoci in forno a 180° statico per 30-40 minuti e se volete finite con il grill in modo da ottenere la crosticina. Servi caldo.





mercoledì 8 aprile 2015

Non sopporto

Sono una persona che si adatta, che tendenzialmente non rompe le palle agli altri, mi definirei piuttosto diplomatica, non litigiosa, perché lo scontro mi ha sempre messo in difficoltà emotivamente. Ma diventando una donna adulta le mie idee, i miei gusti, il mio carattere sono diventati più solidi e ci sono cose, atteggiamenti, parole che proprio mi urtano e oggi ho una gran voglia di esternarli. Perché? Così, mi va.
Non sopporto:
  • Il finto tonto: chi, facendo finta di nulla, mi passa davanti alla cassa del supermercato. Hai fretta? Me lo chiedi, io sono molto gentile e ti cedo il posto.
  • Il lamentoso cronico: il suo hashtag più usato è #buongiornouncazzo: alza gli occhi al cielo, guarda che bella giornata, c'è sempre un motivo per sorridere.
  • La MacGyver dei capelli: basta un gesto o una matita e ha acconciature fighissime, mentre io continuo a combattere con il mio ciuffo alla Brandon Walsh. (Ah, l'invidia, brutta bestia!)
  • Il banale: l'uomo che immancabilmente si gira per strada per guardare il sedere alle donne. Amico, te lo dico da amico, tutti gli umani ne posseggono uno, anche tu.
  • Lo scaccolatore: il calciatore che  con posa plastica chiude una narice e mi fa vedere le intimità del suo naso in diretta tv. Ma un fazzolettino nell'elastico dei pantaloncini?
  • La gattamorta: alla grigliata campagnola si mette pantaloni bianchi trasparenti per cui non c'è bisogno di immaginazione per vedere il tanga sottostante.
  • Il Bianconiglio: non ha mai tempo. Solo lui lavora (uff, guarda, il lavoro, tu non sai, sono stanchissimo, non puoi capire) solo lui ha figli (eh, ma sai, con un bambino, come faccio?) solo lui ha tutto il mondo sulle spalle.
  • Il convinto: si mette il “mi piace” sul proprio status su facebook. Ahahah, ma che davvero?
  • La animal mother: il mio gatto/cane/canarino/criceto/armadillo è come se fosse un figlio.
  • L'astrologa: come approccio ti chiede “Di che segno sei?” e poi “ma daaaaaaaiiiiii, anche mia cugina di terzo grado è del tuo segno!”. Urca, che combinazione.
  • Le finte salutiste: si cibano di bacche di goji e semi di lino, centrifugano sedani, cavoli neri e forse pure la madre, appena sveglie bevono acqua e limone, ma poi si fanno un selfie con un barattolone di Nutella e patatine commentando “Oggi me lo merito!”. Secondo me ti meriti una badilata.
Mi devo fermare. L'elenco potrebbe andare avanti ad oltranza, ma non sopporto neanche i post troppo lunghi.
L'ultima cosa, dai, sennò non so come introdurre la ricetta di oggi (non sopporto chi si arrampica sui vetri, ma nel mio blog lo faccio): non tollero i fritti unti e pesanti. Quindi, seguite i miei piccoli consigli per un frittino di salvia e cipolla che vi riconcilierà con il mondo, perché la pastella croccante e delle bollicine da accompagnamento vi faranno sopportare la qualunque.

A casa mia...insopportabile!

Salvia e cipolla in pastella

Salvia e cipolla in pastella

Ingredienti per 4 persone

  • 20 foglie di salvia
  • 1 cipolla rossa
  • 4 cucchiai di farina
  • 1 bicchiere di birra ghiacciata
  • Sale
  • Olio di semi per friggere


Preparazione

Taglia la cipolla a rondelle. Lava e asciuga bene le foglie di salvia.



Fai la pastella: metti la farina in una ciotola, versa la birra girando con una frusta per non creare grumi. Io mi regolo molto ad occhio: la pastella deve essere cremosa, ma non troppo densa, quindi aggiungi o meno farina e birra regolandoti in autonomia.



Scalda l'olio in una padella capiente e per capire se l'olio è in temperatura, metti uno stecchino dentro: se si creano delle bollicine intorno è caldo. Passa la salvia e la cipolla nella pastella e poi friggi per circa 1 minuto, fino a quando la superficie non sarà dorata e croccante.




Asciuga il fritto in carta assorbente, sala e servi caldo!