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Quando si lavora, si hanno tanti
impegni, figli da portare a destra e manca, il tempo per andare a
fare la spesa è spesso risicato e il super è la soluzione più
comoda e veloce per comprare tutto ciò che occorre. Anch'io lo
faccio, eccome. Ma quando mi capita di poter andare al mercato,
rimango sempre affascinata e capisco quante cose belle si perdono.
Ogni quartiere ne ha uno, ma se parliamo di Torino, il top è
sicuramente Porta Palazzo. Un'esplosione di colori, di profumi, un
meltin pot favoloso di dialetti e di lingue straniere. C'è la
parte al coperto con le carni, quella del pesce, formaggi e salumi,
ortaggi e frutta di tutta Italia e la parte dei campagnin, i
contadini piemontesi che vendono ciò che il loro piccolo campo
regala, magari accanto al marocchino con mazzi di menta perfetta per
il tè o meglio ancora per il mojito. E' il più grande mercato
europeo e ce l'abbiamo noi. Orgoglio sabaudo.
Porta Pila – così lo chiamiamo
noi torinesi – è un luogo scoperto da adulta, troppo lontano
dalla mia casa di bambina, mentre il Maritino abitava lì vicino e
per lui era una consuetudine accompagnare la mamma e la nonna tra i
banchi di legno con la merce disposta ordinatamente, quasi a creare
quadri variopinti. Al mercato mi faccio attirare dalla bellezza delle
verdure, senza sapere bene a cosa mi serviranno, ma contenta di poter
poi cucinare qualcosa di sano. In questo periodo sto cercando di
portare in tavola piatti light che però diano soddisfazione
sia al palato che allo stomaco, quindi camionate di verdure. L'ultima
volta mi sono lasciata tirare dalle meraviglie: bacelli grandi e
verdi della stessa famiglia dei fagiolini, da non confondere con le
taccole che invece sono della famiglia delle fave e dei piselli. Non
sono ammesse battute.
Trovo che già il nome
“meraviglia” sia bellissimo, ma sono anche molto buone. Le ho
sbollentate – in cottura non riducono - poi ripassate in padella
con olio profumato all'aglio e del pomodoro: sane, dietetiche e
saporite, mi hanno conquistata.
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