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Ricordo bene: era sera, dopo
cena, ero alla mia scrivania piena di dispense e fotocopie
universitarie, la parete di fronte con le foto delle gite
scolastiche, scrivevo la mia consueta pagina di diario, fantasticavo
con la mente sul mio matrimonio ed ero in attesa. Poi, finalmente, il
telefono squillò. Dopo più di una settimana di ritardo, quella
piccola creatura aveva deciso di venire al mondo il giorno del
compleanno del suo papà. La prima bimba a nascere tra gli amici, i
miei più cari amici. Doveva ancora nascere e le avevano già
affibbiato un nomignolo: Pupi. E così la chiamiamo ancora adesso.
Quattro chili e fischia di bambina – povera la mia amica Lalla -
con la faccina rotonda e le labbra a cuore: la più bella neonata che
abbia mai visto, anche di più delle mie figlie. E poi brava, tanto
brava che sembrava finta. Erano gli anni in cui eravamo tutti
fidanzati o sposati, ma senza figli, giovani e spensierati, erano gli
anni in cui si facevano le quattro del mattino a giocare a scopone o
a yatzee – beh alla fine, non è cambiato molto – e Pupi era la
mascotte del gruppo: stava con tutti, sorrideva, non rognava
mai e si addormentava in qualsiasi posto. Se tutti i bambini piccoli
fossero come era lei, il mondo avrebbe un'impennata demografica:
tutti vorrebbero una figlia così, da metterci la firma.
Oggi Pupi compie 12 anni, si sta
trasformando in una donnina con le sue idee, i suoi desideri, ma ha
mantenuto quello sguardo di purezza mista ad ingenuità che l'ha
sempre contraddistinta e che la rendono un'adolescente meravigliosa.
E se prima tutti l'avrebbero voluta come figlia, tra poco avrà la
fila di pretendenti...da mandare via, ovviamente. (NdR: l'ultima
frase è stata scritta per tranquillizzare il padre). E ancora
adesso si addormenta ovunque, come una bimba.
Nel giorno del suo compleanno, un
piatto che sono sicura apprezzerebbe, perfetto per essere portato a
cena dagli amici: il gateau di patate è un grande classico, ma
ognuno ha la sua variante negli ingredienti. A me piace con il
prosciutto cotto, la mozzarella, tanta noce moscata e il mio segreto
– forse di Pulcinella – è di montare a neve gli albumi per
renderlo più leggero e meno mappazzone. Non ho ancora capito
come può essere catalogato, se sia un antipasto, un contorno, un
secondo o un piatto unico: forse l'ultima che ho detto perché una
porzione piccola non basta. Non si può dire di no alla morbidezza
delle patate, alla mozzarella filante, alla crosticina di pane
grattugiato, bontà!
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