Sono passati tre mesi dal mio
trasferimento ad Alba e, ad oggi, il mio giudizio è veramente
positivo. Mai avrei pensato di lasciare la mia Torino, mai avrei
pensato di andare a vivere in campagna, io, abituata alla mia dose
quotidiana di smog e cemento, alle vie parallele, al traffico, al
rumore sferragliante del tram, al “scendo sotto casa e ho tutto”.
Qui mi ritrovo nel verde più lussureggiante, nel silenzio interrotto
solo dai grilli o dal frusciare delle foglie, dove sto imparando a
non fare più caso ai ragni, ad osservare i tempi della natura e a
scoprire che anch'io, ideatrice dell'hashtag #polliceverdeunacippa,
riesco a non far morire le piante. O forse è una botta di culo. In
ogni caso, il mio orto mi sta regalando grandi soddisfazioni e stiamo
già pensando a cosa piantare per la prossima stagione. Poi, certo,
ne abbiamo da imparare. Per esempio, che ne sapevo che una piantina
di pomodori alta dieci centimetri si sarebbe trasformata nel giro di
un paio di mesi in una specie di baobab? Che ne sapevo che
ventiquattro delle suddette piantine erano un po' troppe – erano
così piccole! - e adesso ci ritroviamo con una specie di giungla
odorosa di caprese? Per fortuna amo i pomodori. Per una abituata alla
città, tutto ciò è affascinante ed è una vera goduria andare
nell'orto armata di sacchetto e coltello, e tornare con la busta
piena di pomodori, zucchine, insalata e fichi come se fossi andata al
mercato. Poi se mi legge un vero contadino, con la fatica che si fa,
mi manda a stendere.
Abbiamo anche degli alberi di
susine, quelle piccole viola o gialle, così dolci che una tira
l'altra...ma attenzione, sempre di prugne si tratta e un uso
eccessivo potrebbe non favorire la vita sociale.
Ne ho raccolte un bel cestino –
mi sentivo un po' Cappuccetto Rosso – e le ho trasformate in
marmellata. Susine e zucchero: nessun altro ingrediente, se non la
pazienza di farle cuocere per tanto tempo, ma la bontà è assicurata
e la colazione acquista subito quel gusto bucolico anche se siamo in
città.
Marmellata di susine
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