Foto da mondotram |
Siamo
in Sardegna, primi anni '40, in un piccolo paese dell'entroterra dove
molte famiglie sono sfollate a causa della guerra. Lì vive con i
suoi genitori e il fratellino, un'adolescente con i capelli di un
color biondo rossiccio che ricorda il sole al tramonto, naturalmente
ondulati – cioè, io così non riesco ad averli neanche se vado dal
parrucchiere – gli occhi verdi, uno sguardo pulito. Assomiglia a
Rita Hayworth, ma si chiama Maria, anche se tutti la chiamano
Mariola. Un giorno arriva in paese un gruppo di paracadutisti e tra
di loro c'è un ragazzo poco più che ventenne bello, alto, biondo,
con gli occhi azzurri, un vero principe. E' quello che ha pensato
Mariola vedendolo. Un autentico colpo di fulmine, ma a quella età è
così facile innamorarsi anche di persone di cui non sappiamo nulla,
neanche il nome! Passa qualche tempo e Mariola, ora di nuovo a
Cagliari per frequentare il liceo, continua a pensare a quel bel
soldato che le ha rubato il cuore. Un giorno come tanti, è
sul tram, i libri e i quaderni etichettati con il proprio nome tra le
braccia, il nastro di raso tra i capelli, la gonna a pieghe sotto il
ginocchio e come nella trama di un classico film romantico, sale sul
tram quel bel soldato mai dimenticato. Questa volta anche lui la
nota, e come poteva non vedere quello splendido bocciolo di donna che
stava fiorendo? Il cuore di Mariola va velocissimo, quasi si vedono i
battiti sotto la camicetta, le guance in fiamme, quella sensazione di
calore nello stomaco.
“Ciao,
io sono Emilio. Cosa fai?”, “Aspettavo te”. Quel
tram chiamato desiderio.
Va
bene, lo ammetto, il dialogo me lo sono inventato, ormai dovreste
sapere che sono un'inguaribile romantica che ha passato tutta la sua
adolescenza ad aspettare che un quaquaraquà qualunque dicesse con
enfasi: “Nessuno può mettere Marghe in un angolo!” (e
magari anche con i pettorali di Patrick Swayze). Ma la storia è
assolutamente autentica: Mariola ed Emilio sono i miei nonni e poco
dopo quel loro incontro fortuito, si sono sposati e hanno avuto
cinque figli.
Oggi
è il compleanno di mia nonna e mi spiace non poter essere con lei a
festeggiare perché sicuramente mi avrebbe detto: “Ti ho mai
raccontato di quando ci siamo conosciuti io e il nonno?”. Ma
no, figurati, solo una milionata di volte. E ogni volta le parole che
usa sono le stesse ed escono dalla sua bocca con un sorriso e con
quella stessa emozione provata sul quel tram settant'anni fa.
La
ricetta di oggi è così un piccolo omaggio alla mia amata Sardegna:
la focaccia con le patate e il Dolce Sardo, formaggio che non manca
mai nel frigo della mia nonna. É
una caciotta fresca, morbida e gustosa, di cui sarei capace di
mangiarne da sola una forma. Ovviamente può essere sostituito da un
altro tipo di formaggio a pasta molle, ma se vi capita di andare in
Sardegna non dimenticatevi di portarvi un pezzo di Dolce Sardo a
casa.
La
focaccia fatta lievitare a lungo, con i chicchi di sale grosso, le
patate sottili profumate con il rosmarino e il Dolce Sardo sciolto
alla perfezione: un morso e vi riconcilierete con il mondo. Da
mangiare anche sul tram e se la offrite, sarà strage di cuori.
Ma la storia della tua famiglia è costellata di storie straromantiche!!! <3 <3 <3
RispondiEliminaCi pensavo anch'io mentre scrivevo...❤️
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