Immagino già le chiacchiere di
questa settimana: “ 'Sta blogger ci lascia a stecchetto per un mese
con la scusa dell'estate e, dopo due nuove ricette, è già
latitante! Sarà andata ad aprire un conto alle Caiman?”. L'unico
conto che potrei aprire in un paradiso fiscale è quello del bar
dell'hotel. Eccomi, eccomi! Non sono andata di nuovo in vacanza –
anche se sarebbe da andare via adesso – né mi sono dimenticata di
voi, amici cuochi. In questi ultimi giorni ho sostituito lo chef del
ristorante Al Bogianen di Savigliano, una villa meravigliosa immersa
nel verde della campagna della Granda, con tavolini riservati per una
cena romantica o tavolate per un pranzo tra amici, ideale per feste
private con la possibilità di stare all'aperto nel parco
lussureggiante.
Dunque, vengo chiamata mercoledì
per cominciare giovedì fino a domenica, con sei servizi e un buffet
per quaranta sabato pomeriggio per un battesimo: panico,
pa-pa-pa-paura! Questo è stato il primo sentimento che ho provato:
saper cucinare non è l'unica cosa importante in un ristorante, ma
l'organizzazione, il saper far uscire i piatti di uno stesso tavolo
contemporaneamente e, sopratutto, avere una resistenza fisica da
maratoneta per stare in piedi tutto il giorno, lavorare quattordici
ore di fila no stop e andare a letto tardissimo. Mi verrebbe da dire
un “sticazzi”, ma non lo dirò perché è nota la mia proprietà
di linguaggio da educanda. La mia prima esperienza in una cucina
professionale è stata piuttosto intensa e stancante, ma la
soddisfazione ripaga sempre la fatica: veder tornare indietro dalla
sala i piatti belli spazzolati fa proprio piacere. Come dice Anna
Lupi, concorrente della prima edizione di Masterchef che ha aperto un
ristorante a Verona, questo mestiere ti succhia l'anima, ma è
meraviglioso! E comunque con grembiule e toque in testa facevo
la mia porca figura. Chiamatemi chef.
Dopo aver passato quattro giorni
in cucina, il massimo che il mio estro poteva concepire erano
spinacine e quattro salti in padella.
Oppure un sugo proprio veloce
veloce, di quelli da fare in cinque minuti cinque e trasformano la
pasta in una meraviglia: il pesto con pistacchi e ricotta è una
variante vincente a quello tradizionale e piacerà a tutti. I
pistacchi tritati con il basilico e un po' di parmigiano, olio buono
e quel po' di ricotta che rende tutto cremoso e la trofia – la
morte sua nel pesto – viene avvolta voluttuosamente.
Forse non un piatto di alta
cucina, ma il successo è assicurato.
Nessun commento:
Posta un commento