Farigliano
si trova nella provincia Granda, meno di duemila anime e un'unica
piazzetta dove si racchiude tutto il paese: uno di quei posti dove a
pensare di viverci, ti spari nelle gambe. Ma in quella stessa
piazzetta, dove si affacciano scuole, chiesa e poste, c'è anche un
piccolo locale, unico motivo per cui varrebbe la pena di chiedere la
cittadinanza fariglianese. Il ristorante “La speranza” è da
sempre lì dov'è (la prima licenza risale al 1881!), conosciuto da
molti per la cucina piemontese schietta e sincera. Dal 2008 al timone
della cucina troviamo lo chef Maurizio Quaranta – stella Michelin
alla Locanda del Pilone di Alba – e la moglie Sabrina che si occupa
della sala con professionalità e con il calore di una perfetta
padrona di casa. Una scelta di famiglia e di vita, quella di Maurizio
e Sabrina, che ai fasti stellati, alle guide blasonate e ai turni
massacranti, hanno preferito un figlio, un'attività più tranquilla
e serena, una quotidianità fatta di casa e bottega, ma mantenendo
livelli molto alti. C'è un'unica sala a “La Speranza”, divisa
dall'ingresso da un frigo trasparente incastonato tra i mattoni con
formaggi meravigliosi: forse meno di 30 coperti, un ambiente
elegante, ma allo stesso tempo informale. Un piccolo amuse buche
di benvenuto, grissini croccanti e panini tiepidi fatti in casa: chi
ben comincia è a metà dell'opera. Si prosegue con un flan con
delicati porri croccanti e una fonduta di raschera, perfetto già
così, ma che diventa superlativo con una grattata di tartufo bianco
quando è stagione; baccalà mantecato con patate al vapore ed
emulsione di olive taggiasche che ad ogni boccone ti fa riconciliare
col mondo. Tajarin e plin come la migliore tradizione piemontese
insegna, gnocchi di patate che sembrano nuvole, tra i migliori che io
abbia mai assaggiato. Come secondo, da non perdere la guancia di
vitello che si scioglie in bocca e la quaglia lardellata. Pietanze
semplici, ingredienti di alta qualità a chilometro zero, cucinate
con grande maestria dallo chef Quaranta e presentate molto bene con
stoviglie scelte ad hoc, perché anche l'occhio vuole la sua parte.
Dolci golosi, ma non stucchevoli, piccola pasticceria ad accompagnare
il caffè e una bella carta dei vini con una predilizione per le
cantine della zona.
Il
conto è sui 35€ per uscire con la pancia piena e soddisfatta, un
ottimo motivo per una gita fuori porta con gli amici o per una
romantica cena a due, perché La Speranza è accogliente come solo le
trattorie di paese sanno essere, ma raffinato come un ristorante
stellato.
La Speranza, Piazza Vittorio Emanuele II, 43 Farigliano (Cn)
Anche
oggi non può mancare una ricetta, una cosa semplice come un plumcake
salato, ma che diventa superlativo se vengono usati ingredienti
buoni: io ho scelto il prosciutto cotto Lenti e il Puzzone di Moena,
formaggio a pasta semi dura della Val di Fassa in Trentino. Risultato
da applauso, perfetto da gustare come aperitivo insieme ad un
bicchiere di vino, oppure da mettere in tavola come pane goloso.
Plumcake cotto e Puzzone di Moena
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