Mago Zurlì con Cristina D'Avena |
Ci sono date e nomi che nella nostra vita assumono un
determinato valore, che in qualche modo “tornano” negli anni,
abbinati a momenti e persone particolari. Aprono cassetti della
memoria e ci portano indietro nel tempo. Oggi, 13 dicembre, Santa
Lucia, è una dei quelle date.
In questo giorno, trentadue anni fa, sono stata
battezzata. Avevo un mese di vita, per cui non ricordo ovviamente una
beneamata, ma è stato sicuramente un giorno emozionante e di festa
per la mia famiglia. Lucia, poi, è un nome che a mia madre è sempre
piaciuto – era in lizza per la mia nascita - e per me è legato ad
un'amica speciale, con cui mi sono sempre fatta un sacco di risate, e
che adesso suona con la chitarra Whats'up dei 4 no Blondes su
una nuvola in cielo.
Quando avevo cinque anni, ho partecipato ad una specie
di Zecchino d'Oro piemontese, credo fosse una sorta di selezione per
quello vero di Bologna, cantando la canzone “Santa Lucia”. Ero
piccola, ma ricordo ancora a memoria il testo e quella giornata
davanti alle telecamere. Sto zitta zitta nel mio letto, ho un po'
di sonno ma ti aspetto, in questa notte scura scura – per me
scuva scuva – se penso a te non ho paura – pauva – E'
una notte di poesia, sta arrivando Santa Lucia. C'era un
presentatore allucinante, con un maglione improponibile e un accento
napoletano spiccatissimo – perfetto per una tv piemontese! - che
cercava di fare il simpatico, ma non gli riusciva bene. Dopo la mia
esibizione piena di erre moscie, il mago Zurlì della situazione mi
regalò la bbbambbolina – un'orrenda bambola di 10 cm da
negozio cinese con la sua culletta di plastica:si ruppe appena
arrivata a casa – il dibblomino – pezzo di carta con
scritto “complimenti” - il disshhco! – un 45 giri di
Gianni Liborio e scusate se è poco. Non so bene come mai sia
capitata in quel posto. Da una parte è stato divertente, ma quando
mi proposero un provino per il coro dell'Antoniano, risposi no
grazie. Una carriera – cavvieva – da cantante buttata alle
ortiche. Tant'è.
Il 13 dicembre era anche la data di scadenza –
funziona un po' come lo yogurt – per Beatrice. Un anno fa
cominciava il mio doloroso percorso verso il momento più alto che
una donna(e un uomo) possa sperimentare: dare la vita. In quelle
ore interminabili – e mi scuso con le amiche primipare che mi
leggono - avevo un pensiero fisso: ma puttana Eva! Non poteva
mangiarsi un mango, invece di una banalissima mela, e risparmiarci
questo cavolo di “E tu donna, tu, partorirai con dolore”.
Accidenti a lei.
Santa Lucia, protettrice degli occhi, colei che porta la
luce – nel calendario gregoriano era il giorno più corto dell'anno
– siciliana di Siracusa è la figura che in diverse regioni del
nord Italia e nei paesi scandinavi sostituisce quella di Babbo
Natale. Nella notte i bambini aspettano che la Santa porti loro i
doni, esattamente come recitava il testo della mia hit zecchiniana.
In Piemonte non c'è questa tradizione – o almeno io
non l'ho mai vissuta – ma per molti oggi è un giorno di festa, da
trascorrere in famiglia e ovviamente a tavola.
Oggi un secondo di carne che è un grande classico, con
cui non si sbaglia mai: l'arrosto al forno con le patate è semplice
da fare e piace a tutti. Ho fatto rosolare prima il fiocco sul fuoco,
poi ha cotto in forno, lentamente, con le patate aromatizzate con il
rosmarino e l'aglio, bagnate dal marsala e dal brodo. La carne,
nappata con la salsa addensata con un po' di farina, rimane morbida e
gustosa. Un secondo importante, che fa molto domenica. Unico
consiglio: esagerate con le patate. Quelle non sono mai abbastanza.
A casa mia...Santa Lu, Lucia, vieni qui, fermati qui,
fermati....a casa mia!
Arrosto al forno con patate
Arrosto al forno con patate
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