mercoledì 10 settembre 2014

Giorgio Faletti nella mia vita

Foto oubliettemagazine.com
Ero una bimba piccola eppure mi ricordo bene l'appuntamento domenicale con Drive In che, a pensarci bene, forse non era la trasmissione più adatta ad una in età da asilo con tutte quelle puppe di fuori e i doppi sensi neanche troppo velati. Ma alla fine non ho avuto nessun trauma psicologico, così almeno dicono. Mi ci vedo ancora sul divano di pelle bordeaux del salotto: mio padre con l'immancabile sigaretta e un dito di vino rosso nel bicchiere, mia madre con la vestaglia rossa, il Brother con i capelli da porcospino, io con il biberon di latte (rito sacro della sera fino ai sei anni!) a ridere per il Tenerone – Piiiiiippo, pippo, pippo – per l'allevamento di parrucchini di Baudo e l'asta con l'immancabile Teomondo Scrofalo. Ma sopratutto mi ricordo di Carlino, con quella sua cognata con due roberti così di Passerano Marmorito e quel “porco il mondo cano che c'ho sotto i piedi”.
Ero un adolescente quando al Festival di Sanremo arrivò al secondo posto la canzone “Signor Tenente”: l'avevo registrata su una cassetta da Radio Manila (chi è di Torino se la ricorderà senz'altro: 7496575, radio manilaaaa!) e l'ho ascoltata tante volte, all'inizio sorridendo per quel “minchia”, poi capendo la storia tragica che ci stava dietro.
Ero una ragazza quando ho letto “Io uccido”, un bel tomo di mille pagine, ma che si è fatto leggere in poco tempo per il suo ritmo incalzante e che mi ha fatto rivalutare la bellezza dei romanzi thriller, genere che non manca mai nella scorta-libri in valigia per le vacanze.
Ero una giovane sposa quando incontrai Giorgio Faletti, morto due mesi fa.
Ora, chi mi conosce lo sa, non riesco a rattristarmi per la scomparsa di una persona famosa: forse sono un po' cinica, forse ho già provato il dolore di perdere tante persone care, forse mi sono costruita una corazza, per cui non capisco le valanghe di “rip” e “sono dispiaciutissimo/addoloratissimo/tristissimo” sui vari social network. So che è questione di sensibilità differenti, non è un giudizio. Ma per Giorgio Faletti farò un'eccezione perché, come avete visto, lui ha fatto parte della mia crescita, realmente è stato parte della mia vita anche se in modo discreto, e quando lo incontrai, proprio tra le colline delle Langhe, è stato di una gentilezza disarmante, un vero signore d'altri tempi, pronto a chiacchierare, a farsi due risate, a svelare qualche retroscena dei suoi libri - all'epoca stava facendo gli studi per “Fuori da un evidente destino”.
Non era il vip, non era mister 4 milioni di copie, ma un amante della sua terra, della risata, della cultura e anche, da buon piemontese, della cucina. Gli piaceva cucinare, piatti tradizionali della sua storia, ma si cimentava anche in ricette estrose e particolari.
Così, vedete quante cose ci legavano: me lo immagino indaffarato ai fornelli con il sorriso sulle labbra, un calice di Nebbiolo sul piano di lavoro, a chiacchierare con i suoi amici commensali.
Mi piace cucinare mentre gli amici sono già arrivati, mentre insieme si prende l'aperitivo: la ricetta di oggi è perfetta per stuzzicare lo stomaco, una torta di fine estate con tanti pomodorini che l'orto di quest'anno ci ha donato in abbondanza.
Un sapore particolare, agrodolce, con il dolce dello zucchero caramellato e l'acido dei pomodorini ciliegia, quasi una tarte tatin, che conquisterà i vostri ospiti, esattamente come Giorgio Faletti ha conquistato me.

A casa mia...mi viene uno s-ciopone! (Suor Daliso, Giorgio Faletti, Drive In)

Torta rovesciata con pomodorini ciliegia

Torta rovesciata con pomodorini ciliegia

Ingredienti per uno stampo da 24 cm

  • 500 g di pomodorini ciliegia
  • 4 cucchiai di zucchero
  • 1 limone
  • 20 g di burro
  • 4 uova
  • 125 ml di olio evo
  • 125 ml di latte
  • 250 g di farina
  • Mezza bustina di lievito istantaneo per torte salate
  • 3-4 rametti di rosmarino
  • 250 g di groviera grattugiata
  • Sale&Pepe


Preparazione

In uno stampo metti lo zucchero, qualche goccia di limone e il burro, mettilo sul fuoco e fai caramellizzare.



Taglia a metà i pomodorini, lasciali sgocciolare per 10 minuti in uno scolapasta, poi disponili sul caramello con il lato tagliato in alto



Sbatti le uova, aggiungi pian piano il latte e l'olio. Regola di sale e pepe.



In un frullatore metti la farina, il lievito e gli aghi di rosmarino fino a quando sono sminuzzati



Aggiungi la farina setacciata al composto di uova usando una frusta per evitare grumi. Poi aggiungi il formaggio grattugiato. Amalgama bene.



Versa il composto sui pomodorini, livellando bene.



Cuoci in forno statico a 180° per circa 45 minuti. Rovescia la torta su un piatto da portata e lascia raffreddare prima di servire.