giovedì 24 dicembre 2015

Una Aupair a casa mia (ovvero, Italia-Spagna purchè se magna)



Ormai più che una blogger, sono diventata come la cometa di Halley, che si è fatta vedere nel 1986 e il cui prossimo perielio è previsto per il 2062. Bene, ma non benissimo.
Dio, se mi mancate! Mi ero ripromessa di non trascurare troppo questo spazio virtuale, ma porcazozzaladra,  non è facile riuscire a conciliare tutto. Fare un lavoro che ti porta fuori casa per tante ore, soprattutto serali e nei weekend, avere una figlia entrata ufficialmente nell’adolescenza (comprensione, necessito di molta comprensione), un’altra che non importa se hai lavorato fino alle 2, alle 7 del mattino vuole latte-cartoni-cacao,  avere una casa che cerchi di non far esplodere, un gatto che si è auto adottato e che tutti “uh, che bello, che bello, abbiamo un animale” e poi sei l’unica a dargli da mangiare e – ciliegina sulla torta -  avere all’attivo quattro chat di mamme su whatsapp,  comporta un’organizzazione rigorosa del tempo, tabelle di marcia prestabilite, ma soprattutto l’ammissione di avere indiscutibilmente bisogno di aiuto. Non avendo appoggi nonneschi e neanche possibilità di accendere un mutuo per pagare una babysitter, abbiamo optato per il magico mondo delle Aupair.
Cos’è l’Aupair? La ragazza alla pari, cioè una giovane fanciulla che per viaggiare e imparare le lingue in modalità low cost, decide di vivere per un periodo determinato ospite di una famiglia e, in cambio di vitto e alloggio e di un rimborso spese, presta servizio di tata per i piccoli componenti della casa.
Cose necessarie per ospitare una Aupair:

  • Avere una stanza per lei e farle spazio in cassetti e armadi. Sembra facile, ma per questo bisogna invocare lo spirito di Marie Kondo.
  • Essere accoglienti e ben disposti: la ragazza si trova in un posto nuovo, con persone che non conosce, a chilometri di distanza dai propri affetti, quindi è carino farla sentire “a casa” fin da subito.
  • Attenzione a scegliere una strafiga con capello fluente, chiappe sode e pigiamini ridotti: il confronto è dietro l’angolo.
  • Siate curiosi. La cosa più bella è imparare a conoscere una cultura diversa, abitudini differenti dalle nostre, aprirsi all’altro. A seconda della nazionalità, però, il rischio che cucini dei piatti demmerda è elevato.

A luglio abbiamo così conosciuto, tramite il sito aupairworld.com,  Sarai che è rimasta a casa nostra per due mesi, poi è arrivata Ana da settembre fino alla scorsa settimana ed ora siamo in attesa, per il nuovo anno, di Cristina.  Tutte spagnole, tutte della stessa città, Castellòn (vicino a Valencia) di cui probabilmente diventeremo cittadini onorari: se ve lo state chiedendo, è stato abbastanza un caso, non una cosa forzatamente voluta. Semplicemente sono tutte ragazze che frequentano una scuola di italiano in Spagna e per loro è una bella occasione per migliorare la lingua in vista degli esami.
Il mio bilancio dopo sei mesi di Aupair? Assolutamente positivo! All’inizio ero io quella scettica: un’estranea a casa mia  h 24? E, ma che palle, giammai! Certo, i primi giorni sono di “studio” reciproco, ma poi Sarai e Ana sono diventate veramente parte della famiglia, è stato bello vederle interagire con  le bimbe (che tra l’altro hanno anche imparato un po’ di spagnolo), sono state un aiuto fondamentale per la gestione della casa e abbiamo sperimentato che la tavola è come sempre quel luogo che unisce le persone.
Ana era molto più curiosa nell’assaggiare le ricette della tradizione italiana e in particolare piemontese, con un occhio di riguardo per il vino che è stato molto apprezzato. Hic. Sarai ci ha cucinato diversi piatti spagnoli, dalla paella alla coca de tomate, dall’arroz al horno alla tortilla de patatas. Ecco, non è esattamente una ricetta natalizia, ma tanto ormai siamo alla Vigilia e avrete tutti programmato già cenoni e pranzi. Per cui vi lascio il procedimento della tortilla originale spagnola, che non è una banale frittata di patate, ma ha un procedimento diverso che la rende un ottimo antipasto oppure, se tagliata a quadrotti, un aperitivo sostanzioso. Da abbinare con una birra, una cerveza bella ghiacciata.

A casa mia…olè!

Tortilla de patatas

Tortilla de patatas

Ingredienti per 4-6 persone

  • 8 uova
  • 4 patate
  • Olio di semi
  • Sale






Preparazione

In una padella scalda un dito di olio di semi e metti a cuocere le patate tagliate a tocchetti



In una ciotola rompi le uova e sbattile con una forchetta con un po’ di sale. Quando le patate saranno morbide (non devono diventare croccanti, non sono fritte!), toglile dalla padella e tamponale con dello scottex per eliminare l’eccesso di olio.
Mettile nell’uovo e con una forchetta schiaccia grossolanamente



Nella stessa padella di prima, togli l’olio in eccesso e lascia solo il fondo unto, scalda e metti a cuocere il composto di uova e patate. Quando la parte di sotto si staccherà dal fondo, gira la tortilla aiutandoti con un coperchio grande e continua a cuocere per qualche minuto, fino a quando sarà dorata.





Servi tiepida, con pomodori, con un’insalata, ma soprattutto con una cerveza bella fresca!