venerdì 30 maggio 2014

Il Consorzio e Food Journalism: accoppiata vincente

Da pochi giorni ho concluso il corso di New Food Journalism, quattro incontri tenuti da un professore d'eccezione, Luca Iaccarino, per imparare a scrivere di cibo, vino e ristoranti. La cosa fondamentale è conoscere la materia, quindi non sono mancate le degustazioni di birra artigianale - Birrificio Torino – di ottimo Barolo – Damilano e Batasiolo – i consigli di altri giornalisti e di un super chef stellato come Marcello Trentini, alias Magorabin, e ovviamente una cena con i fiocchi e controfiocchi al ristorante Il Consorzio di Torino. Insomma, quello del recensore è un duro lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare!
L'aspetto che più mi piace di questo lavoro – a parte bere e mangiare, ma questo è scontato – è la condivisione di una bella esperienza, perché la tavola non è solo un aspetto tecnico, ma convivialità, una vera festa. Certo, esistono anche le critiche negative, che probabilmente sono più divertenti da scrivere e da leggere, ma l'obiettivo di una recensione è sempre quello di consigliare e mai di stroncare il lavoro altrui.
Ed Il Consorzio, io ve lo consiglio eccome! Questa è la recensione che ho scritto come esercizio stando nelle 1800 battute:

Il ristorante Il Consorzio si trova nel centro di Torino, in una di quelle vie piccole dall'aria parigina, con botteghe e locali semi nascosti che sono un vero gioiellino: come da tipico spirito sabaudo. Nasce nel 2008 da Andrea Gherra e Pietro Vergano che hanno voglia di mettersi in gioco e di creare un luogo dove star bene, dove l'ambiente rustico e accogliente di un'osteria si fonde perfettamente con la cucina di un ristorante di alto livello. La carta dei vini non è formata da etichette blasonate, ma è figlia di viaggi e del piacere personale, un racconto passionale di chi sa di offrire qualcosa di diverso. In cucina Miro Mattalia, un giovane chef sulla trentina, che ha però così tante esperienze alle spalle – in molti ristoranti stellati, in Italia e all'estero - da far pensare che abbia già vissuto sette vite.
Si comincia con un delizioso amuse bouche di insalata russa di polpo e un frittino di salvia e sambuco asciutto e croccante. L'uovo impanato con pancetta croccante e fonduta di cheddar è un piatto gudurioso, dove sapori e consistenze diverse si fondono insieme per una festa delle papille. I tajarin al sugo d'arrosto con nocciole e cervella affondano le proprie radici nel Piemonte e fanno rivalutare l'uso del quinto quarto anche ai più scettici. Il brasato di guancia di vitello si scioglie in bocca, accompagnato da un purè di sedano rapa e fieno che rinfresca e riporta ai profumi della campagna piemontese. Come dolce, una pannacotta perfettamente equilibrata nella consistenza, accompagnata da una salsa di torrone, una riduzione di chinotto e una di barolo chinato, ovvero, come di un dolce te ne faccio tre. E tutti e tre da applauso.
Il personale è giovane, preparato, sorridente; al Consorzio si respira aria di casa e si mangia come in un ristorante stellato.

Anche su di me hanno scritto una recensione, più sulla fiducia direi, per le cene targate A casa mia! Veruska Anconitano, alias la Cuochina, mi ha commosso per le parole che ha usato nell'articolo su GrouponMag: andate a leggere e prenotatevi! I posti sono limitati e per la prima cena del 12 giugno, le prenotazioni si chiudono il 5 giugno (chè poi devo far ravioli come se non ci fosse un domani!).
E dopo le fatiche delle social dinner, arriveranno le vacanze e quella di oggi è per me una ricetta che sa veramente di mare, di Sardegna e di casa. Il pollo al mirto è di una semplicità imbarazzante e la sua bontà sta nel far prendere tutto l'aroma di questa meravigliosa pianta della macchia mediterranea. Si mangia freddo, preferibilmente con le mani, accompagnato da un'insalata o anche da riso Basmati. Il mio mirto è arrivato direttamente dalla Sardegna grazie a mia madre, ma se vi rivolgete ad uno dei tanti negozi sardi della vostra città o dal vostro macellaio, sono sicura che riuscirete a recuperarlo.

A casa mia...si scrive e si cucina!

Pollo al mirto

Pollo al mirto

Ingredienti per 4 persone

  • 4 cosce di pollo
  • 1 mazzo di mirto
  • 3 carote
  • 1 cipolla
  • 2-3 gambi di sedano
  • Sale


Preparazione


Fai un brodo vegetale mettendo in acqua salata le carote, il sedano e la cipolla intera pulite.



Quando l'acqua bolle, immergi i pezzi di pollo e falli cuocere per circa 45 minuti. In una pirofila fai un letto di mirto e disponi il pollo.



Lascia intiepidire il pollo e poi ricoprilo con altro mirto. Copri con la pellicola e lascia riposare in frigo per una notte intera.




E' necessario far riposare il pollo ricoperto dal mirto, in modo che prenda tutto l' aroma. Servi freddo, togliendolo dal frigo mezz'ora prima. (Ah, e avrete anche dell'ottimo brodo di pollo!)


martedì 27 maggio 2014

Indovina chi viene a cena ( A casa mia)?

Metti di andare nelle Langhe, tra le meravigliose colline piemontesi candidate dall'Unesco come patrimonio mondiale dell'umanità. (Cioè, mica cotiche)
Metti di andare in una villa, costruita nel 1880 come cascinale e stalla, con un grande giardino ricco di fiori e frutti, su una piccola collina tra i campanili medievali di Alba e i vigneti del pregiato Barbaresco.
Metti di gustarti un aperitivo davanti al sole arancione che tramonta dietro al Monviso. (Guardare la foto per credere!)
Metti di poter cenare in un patio sotto il cielo stellato, con il frinire dei grilli, tra il profumo del gelsomino e della menta.
Metti di incontrare nuovi amici e - perché no? - magari di incontrare l'anima gemella. Lo sapete, vero, che il cibo, il vino e l'amore sono strettamente legati fra loro!
Metti di avere un menù speciale, cucinato interamente dalla vostra foodblogger del cuore - e daje, no?! - con tanti prodotti dell'orto, con la pasta fresca fatta in casa con le uova del contadino vicino di casa, con piatti della cucina piemontese, ma non solo, abbinati a vini dalle rinomate etichette o del piccolo produttore della zona.
Metti di andare al ristorante, ma in verità di trovarti nell'informalità, nel calore dell'atmosfera di famiglia, nel divertimento e spensieratezza di una tavolata tra amici.
Metti tutto questo e avrai una cena A casa mia!
Ecco l'ultima novità! In tanti mi chiedevano di aprire un ristorante – eh sì, poi, eh! - una gastronomia o più carinamente qualcuno mi ha chiesto di andare a casa loro a fare le pulizie e poi lasciargli la cena pronta “come sai fare tu”. Aggratis. Certamente. Malimortè.
Ma cosa c'è di meglio di una cena prelibata, di ottimo e abbondante vino, delle risate e le chiacchiere, di una bella location? Allora si dia inizio alle social dinner di A casa mia! Ci sono già tre date – 12 giugno, 26 giugno e 10 luglio - con relativo menù (cliccate sopra le date per vedere il menù che vi aspetta!) e vini abbinati: le date sono state scelte con perizia, per non rompere las pelotas a chi vuole farsi il weekendozzo al mare e sopratutto in modo da non accavallarsi con le partite dell'Italia ai Mondiali. Pòpopopopopò, pòpopopopopò!
Prenotarsi è facile, basta scrivermi una mail (acasamiablog@libero.it) e avrete tutte le informazioni necessarie, ma non indugiate troppo, i posti sono limitati!
Magari, nell'autunno, posso pensare ad un menù tutto francese e non potrebbe mancare questa Tarte Tatin di belga, la ricetta di oggi. Un antipasto insolito, che mi riporta alla bellezza della Provenza: l'amarognolo della belga contrasta con la dolcezza del miele, i pistacchi donano croccantezza, un piatto vegetariano che mi ha conquistata per i sapori e la leggerezza.
Vi aspetto A casa mia per conoscervi, per farmi conoscere e per coccolarvi con la mia cucina!

A casa mia...a cena insieme!

Tarte Tatin di belga con miele di castagno

Tarte Tatin di belga con miele di castagno

Ingredienti

  • 1 rotolo di pasta brisèe
  • 4-5 cespi di insalata belga
  • 80 g di burro
  • 5 cucchiaini di miele di castagno
  • Il succo di un limone
  • 50 g di pistacchi
  • Erba cipollina
  • Sale&Pepe



Preparazione


Fai sciogliere 50 g di burro in una padella che può andare poi in forno, o uno stampo, e metti a cuocere la belga tagliata in quarti e messa a raggiera. Sala e pepa.



Aggiungi metà del succo di limone e due cucchiaini di miele. Fai sciogliere bene e quando la belga comincia a colorirsi, spegni il fuoco e aggiungi il restante burro a fiocchetti



Copri la belga con la pasta brisèe e inforna a 180° per 30 minuti



Scaravolta subito la tarte tatin e lascia intiepidire



Fai un'emulsione con il miele, il succo di limone e aggiungi i pistacchi tritati e l'erba cipollina tagliuzzata grossolanamente.



Servi la tarte tatin di belga tiepida con un po' di salsa di miele e uno stelo di erba cipollina




venerdì 23 maggio 2014

Menù cena A casa mia 10 luglio 2014



Crema di cannellini con mazzancolle


Aperitivo

Guacamole con mazzancolle e grissini del Roero
Caprese destrutturata
Pane Guttiau tiepido con bottarga di muggine

Antipasto

Crema di cannellini con mazzancolle

Primo

Fusilli con pesce spada, olive taggiasche e limone

Secondo

Pesce persico in crosta con insalata di spinacini e carote julienne

Dolce

Sorbetto ai limoni di Sorrento
Caffè – Pusacafè

Vini abbinati

Alta Langa Millesimato Cuvée Giulio Bosca
Langhe La Favorita Cascina Chicco
Langhe Chardonnay La Fusina
Moscato d'Asti Fontanafredda oppure Spumante di Valdobbiadene Val D'Oca

€35 a persona

Per informazioni e prenotazioni, scrivi a acasamiablog@libero.it




Menù cena A casa mia 26 giugno 2014



Risotto al Moscato d'Asti con ciliegie e toma




Aperitivo

Piccole delicatezze di sfoglia

Antipasti

Soufflè di parmigiano con crema delicata ai porri di Cervere
Battuta di Fassona Piemontese

Primo

Risotto al Moscato d'Asti con ciliegie e toma piemontese

Secondo

Roastbeef con misticanza, fragole e vinaigrette alla senape

Dolce

Semifreddo alla pesca e amaretto con scaglie di cioccolato
Caffè – Pusacafè

Vini abbinati

Prosecco di Valdobbiadene Val D'Oca
Roero Arneis Cascina Chicco
Dogliani Superiore Cavagnè La Fusina
Moscato d'Asti Fontanafredda oppure Spumante di Valdobbiadene Mionetto

€35 a persona

Per informazioni e prenotazioni, scrivi a acasamiablog@libero.it



Menù cena A casa mia 12 giugno 2014



Mini croissants zucchine e toma




Aperitivo

Mini croissants di sfoglia con zucchine e toma piemontese

Antipasti

Budino di gorgonzola con composta di cipolle rosse di Tropea
Battuta di Fassona Piemontese

Primo

Ravioli di patate e trevigiana con ragù bianco di salsiccia di Bra

Secondo con contorno

Coniglio all'Arneis con mele saltate

Dolce

Tarte tatin di ananas con gelato alla crema
Caffè e pusacafè

Vini abbinati

Alta Langa Millesimato Cuvée Giulio Bosca
Roero Arneis Cornarea
Barbera d'Alba La Fusina
Moscato d'Asti Fontanafredda oppure Spumante di Valdobbiadene Mionetto

€35 a persona


Per informazioni e prenotazione, scrivi a acasamiablog@libero.it

mercoledì 21 maggio 2014

Di madre in figlia

A sinistra versione 1989, a destra 2014
Nella vita ci sono giorni particolari, in cui ci si sente grandi anche se si è ancora piccoli, avvenimenti importanti che rimangono nel cuore e che è bello condividere con le persone a cui si vuole bene. E' stato così per me venticinque anni fa – venticinque, oh my God!- per la mia Prima Comunione ed è stato così domenica scorsa, quando ad indossare il vestito bianco è stata la mia Nanagrande. E il vestito era sempre lo stesso, come un tramandare di madre in figlia un piccolo pezzo di storia personale. “Emozione” è la parola più indicata, perché questa bimba, che spesso penso ancora con i codini e lo sculettìo dei primi passi incerti, sta diventando una signorina con i suoi gusti personali, le sue battaglie, le sue paure – in casa è soprannominata “madre coraggio” - i suoi primi amori e i primi avvenimenti importanti da ricordare. Lei, sempre scasciata, in jeans, camicia scozzese – “così sembro una dei One Direction”, dice – un po' maschiaccio, più attenta alla genuinità dei rapporti che non alla postura, con quel vestito bianco di me bambina e la sua gioia negli occhi, mi ha commossa. Fino a qualche anno fa piangevo solo se ero triste, mi disperavo sulle pagine di diario per quell'amore non corrisposto, invece adesso mi ritrovo a lacrimare come la Madonnina di Civitavecchia anche quando sono felice: i segni della vecchiaia avanzano inesorabili. E la felicità non è completa senza le persone che amiamo ed è stato bello celebrare questo grande giorno con la famiglia e con quegli amici che sono famiglia. E il modo migliore per festeggiare è ovviamente mangiare e bere! Un buffet meraviglioso cucinato da Anna e Stefania - ed io per una volta me la sono stragoduta – bimbi felici a giocare sul prato, parenti delle due famiglie, che mai avresti pensato potessero andare d'accordo, chiacchieravano amabilmente, calici sempre pieni, i veci che trincavano che è una meraviglia, le risate complici con le amiche, tanti sorrisi. Un giorno di pura felicità.
La ricetta di oggi non è stata fatta per questo pranzo in giardino – ve l'ho detto, non ho fatto una beneamata – ma sarebbe perfetta per un buffet in piedi, per un aperitivo o anche come sostitutivo del pane: il plumcake tonno e olive è nato per caso, con il frigo mezzo vuoto e quei pochi ingredienti che avevo in dispensa. Rimane soffice, morbido, goloso e potete aggiungere della cipolla, oppure sostituire il tonno con pomodorini secchi per avere una versione vegetariana, sarà comunque perfetto. Perché come sempre, sono le cose semplici ad essere le più buone.

A casa mia...felicità!

Plumcake tonno e olive



Plumcake tonno e olive

Ingredienti

  • 200 g di farina
  • 3 uova
  • 100 g di parmigiano
  • 200 ml di panna
  • 1 bustina di lievito per torte salate
  • 50 g di olive nere denocciolate
  • 160 g di tonno sott'olio
  • Sale&Pepe
  • Olio evo


Preparazione


Separa i tuorli dagli albumi. Sbatti i tuorli con il parmigiano grattugiato, la panna, regola di sale e pepe



Mischia il lievito con la farina e aggiungila al composto un po' alla volta. Se il composto dovesse risultare troppo duro aggiungi un po' di olio o un goccio di latte



Aggiungi le olive tagliate a rondelle e il tonno sgocciolato e amalgama



Monta gli albumi a neve e incorpora dal basso verso l'alto per non smontarli




Bagna e strizza della carta forno, ricopri lo stampo e versa il composto. Sbatti su un piano lo stampo per evitare che si formino bolle d'aria. Inforna a 180° per circa 40 minuti.



Fai la prova dello stecchino per assicurarti che sia cotto. Servi il plumcake tiepido o freddo, al posto del pane o come aperitivo.


martedì 13 maggio 2014

La locanda di Piero

La sala de La locanda di Piero
Se parti dalle Langhe, patria indiscussa dell'enogastronomia, verso il Veneto, con il chiaro intento di un'esperienza culinaria, non rimarrai deluso dalla Locanda di Piero, a Montecchio Precalcino, nella campagna vicentina. Il ristorante è stato aperto nel 1992 dallo chef Renato Rizzardi e dal maitre Sergio Olivetti e nel 2011 ha ricevuto una stella Michelin.
Si trova in un contesto campagnolo, ma molto ben curato – oggi si dice shabbychic - con fiori alle finestre e un salottino esterno con divanetti perfetti per l'ultima chiacchiera dopo il pasto; si entra attraverso una porta girevole dal gusto parigino in un contesto elegante, ma non pretenzioso, la sala è accogliente, con un grande camino che sa di antico, il soffitto rustico in legno e una vetrata che si affaccia sui campi.
Si comincia con un calice di Franciacorta e una tazzina di spuma di burro con grissini artigianali al sesamo e una scelta di piccoli panini fragranti: non vi lasciate tentare troppo, potreste rovinarvi la cena che è tutt'altro che misera. Nel menù degustazione, dopo un piccolo amuse bouche, ci sono cinque portate più il dolce. La carta dei vini è ampia e include anche diverse etichette straniere, con un occhio di riguardo per Veneto, Trentino e Friuli: il maitre Sergio ci consiglia un Soave del vigneto Calvarino, ottimo. L'antipasto è una pallina di baccalà mantecato con una sfoglia di polenta e mandorle adagiato su una spennellata di olio al prezzemolo, uova di salmone e spicchi di lime: è un vero quadro, un'opera d'arte per gli occhi, con sapori semplici e riconoscibili. Gli gnocchi di patata con carbonara di anguilla, pepe di Sheguan e pecorino Gallurese sono il perfetto risultato della rivisitazione di un grande classico – al primo assaggio l'anguilla sembra guanciale - e costringe ad una scarpetta furtiva. Si arriva all'apice della cena con i ravioli al fois gras, frutta caramellata e mostarda di Cremona: in questo piatto si trova la maestria dello chef, un tripudio di sapori e consistenze da gustare piano ad occhi chiusi. Lo chef ci fa assaggiare, extra menù, anche il risotto agli asparagi con prosciutto crudo e uovo di quaglia in camicia: un piatto ben eseguito, ma è un buon risotto, nulla di più. Lo stinco di maiale è tenerissimo, accompagnato da un purè di zucca e patate: ottime materie prime, ben cucinato. Prima del dolce, una tortina all'arancia che sa più di colazione che non di fine pasto – ma si sa, nei menù degustazione ci sono dei compromessi – un bicchiere di piña colada con sorbetto di frutta fresca, gelè ai frutti di bosco a ananas, molto piacevole. La cena si conclude con un assortimento di piccola pasticceria secca che accompagna, purtroppo, un caffè mediocre.
Il personale è giovane e preparato, il maitre Sergio molto disponibile e accogliente, lo chef Renato ha tutte le carte in regola per poter stupire, ma ne tiene ancora parecchie in mano.

Questa è la mia prima recensione, scritta per il corso di Food Journalism che sto frequentando. Il compito era di farla in 1400 battute – e l'ho fatto, anche se con fatica – ma questa versione, un po' più narrativa, è per trasportarvi direttamente nel clima veneto.
Come fare ad abbinare una ricetta dopo la recensione di un ristorante stellato? Semplice, basta proporre un dolce che sa di nonna, di colazioni all'aperto, di ginocchia sbucciate, di fragole appena colte, perché le cose che ci sembrano banali, spesso sono le più buone.
Una frolla, fragole fresche fatte andare in padella con un po' di zucchero, losanghe a zig zag per una crostata meravigliosa, dai sapori primaverili, perfetta per la colazione, la merenda, per un dolce momento.

A casa mia...xè ora de la coassione!

Crostata con fragole fresche

Crostata con fragole fresche

Ingredienti

  • 150 g di farina
  • 50 g di burro
  • 50 g di zucchero
  • 1 uovo
  • Scorza di limone
  • 200 g di fragole
  • 3 cucchiai di zucchero
  • 1 tuorlo per spennellare



Preparazione

Fai la pasta frolla secondo la ricetta utilizzando 150 g di farina, 50 g di burro, 50 g di zucchero, 1 uovo e aggiungendo la scorza di limone (ingredienti ridotti della metà). Fai riposare mezz'ora in frigo avvolta da pellicola.
In una padella metti le fragole tagliate a pezzetti con i 3 cucchiai di zucchero e fai una marmellata veloce senza far disfare troppo le fragole



Stendi la frolla, mettila nello stampo, poi versa le fragole.



Con i ritagli di pasta, fai una griglia formando delle losanghe e spennella con il tuorlo sbattuto




Cuoci in forno a 180° per circa 30-40 minuti


giovedì 8 maggio 2014

#lamiatorino

C'è un nuovo progetto che vi voglio raccontare perché mi emoziona, perché fatto con il cuore: lunedì è stato presentato alla stampa il sito de #lamiatorino, un modo nuovo per raccontare Torino e le sue bellezze. É un sito promosso dal Turismo Torino e provincia, con una redazione giovane, fresca, fatta da persone che nella vita fanno i mestieri più diversi, ma accomunati dalla stessa passione sabauda. E la cosa più bella è che #lamiatorino può essere fatta da tutti, è di tutti: è una narrazione che nasce dalle immagini, dalle esperienze, dagli eventi, dalle emozioni estemporanee che questa splendida città sa donare. Torino è la mia città e adesso che sono una felice “expat” albese un po' campagnola, quando torno sono ammaliata, fin da quando intravedo il Castello di Moncalieri, la collina e le montagne dall'autostrada. Nella mia casa ci sono le librerie lineari e moderne fatte dagli architetti e il tavolo antico in legno, c'è il portariviste di design e la piattaia ottocentesca, un gusto che fonde tradizione e innovazione, esattamente come la mia città. Torino è la borghesia del salotto di Piazza San Carlo e anche il caos e i colori della multietnica Porta Palazzo, è la sobria maestosità di Palazzo Reale e la piccola bottega di Via Barbaroux, è il bar storico con gli stucchi dorati e il locale della movida, è la palazzina neogotica di Cit Turin e il grattacielo moderno, è il liquore al rabarbaro e il Martini Royal, è la nascosta piazzetta dei Mestieri e i graffiti dei writers metropolitani, è una piazza gremita per il Jazz festival e il piccolo Teatro Carignano, è il palazzo storico e austero adiacente al comune, ma con un piercing tra i muri. Torino è storia, monumenti, modernità, cibo eccellente, divertimento, musica, parchi, sport: ha tante sfaccettature, tante anime, ed ora è possibile raccontarle con l'hashtag #lamiatorino per far conoscere le sue tante bellezze a chi si avvicina come turista, ma anche per far scoprire ai cittadini indirizzi utili ed eventi imperdibili.
Una cosa che amo di Torino sono i tantissimi locali dove incontrarsi per l'aperitivo, un rito fatto di chiacchiere, un buon bicchiere di vino fresco, piccole meraviglie da gustare per godersi l'ora del tramonto.
Oggi, allora, una ricetta per un aperitivo delizioso: i cestini di pasta phillo con zucchine e toma. Un guscio sottile di pasta croccante che racchiude un cuore morbido e filante, con le zucchine appena scottate in padella e la toma piemontese, due consistenze che si fondono insieme perfettamente, come #lamiatorino.

A casa mia...ciau Turin!

Cestini di pasta phillo con zucchine e toma

Cestini di pasta phillo con zucchine e toma

Ingredienti per 10-12 cestini

  • 1 confezione di pasta phillo
  • 2 zucchine
  • 1 spicchio d'aglio
  • 150 g di toma
  • 250 g di stracchino
  • Olio evo
  • Sale&Pepe


Preparazione

Cuoci le zucchine tagliate a cubetti piccoli con uno spicchio d'aglio e un filo d'olio




In una ciotola lavora lo stracchino con la toma tagliata a pezzetti e aggiungi le zucchine. Amalgama bene, regola di sale e pepe




Fai dei quadrati di pasta phillo e con due fogli sovrapposti disponi i cestini nella teglia da muffin per riuscir a dare una forma e riempi con la farcia


Cuoci in forno a 180° per circa 15 minuti