giovedì 23 ottobre 2014

Back to school

Officina del Gusto
Se chiedi ad un bambino cosa vuole fare da grande, le risposte più gettonate sono: l'astronauta, il pompiere – Grisù ha fatto epoca – la ballerina o la cantante, attratti dall'eroismo o dal successo. Sono cose dette a caso, dettate dalla fantasia di un libro, da un cartone animato o da un gioco. Poi ci sono dei bimbi che invece hanno le idee chiarissime sul loro futuro mestiere e poi veramente, una volta diventati adulti, realizzano il loro sogno: “Voglio essere il nuovo Perry Mason!”, taaaac, un altro avvocato; “Da grande voglio fare il dottore!”, taaaac, eccolo con il càmice bianco e lo stetoscopio al collo.
Io li ho sempre un po' invidiati questi bimbi, perché io le idee chiare non le ho mai avute – sono passata dal voler essere pediatra a fioraia, nel giro di poche ore – e a volte penso ancora “ma cosa voglio fare da grande?”, anche se forse ormai sono fuori tempo massimo.
Se potessi tornare indietro studierei psicologia perché mi piace molto osservare le persone, cercare di capirle e andare oltre a ciò che si vede, oppure mi piacerebbe fare l'insegnante.
Per essere madri – e anche mogli, come no! - bisogna essere un po' psicologhe, quindi di fatto lo sono, e ora potrò anche realizzare il mio sogno di fare la prof, solo che invece di stare dietro ad una cattedra, con il registro davanti e una matita blu e rossa in mano, sarò dietro ad un tavolo, davanti avrò dei fogli di ricette e in mano avrò un cucchiaio di legno! Cominciano le lezioni di cucina della vostra foodblogger del cuore! La campanella (del forno) suonerà il 19 novembre e vi aspetto in tanti in una bellissima scuola, l'Officina del Gusto di Moncalieri: una grande cucina professionale capitanata da Daniela Bovo – allieva di Sadler e Marchesi – e un salone di macchine d'epoca che può diventare un ambiente molto suggestivo per un evento con tante persone.
La prima lezione avrà come protagonista assoluta la Nocciola delle Langhe, frutto versatile in cucina, e per prenotarvi basta fare un click su questo link!
La ricetta di oggi ha come ingrediente principe un altro frutto autunnale che ci regala la terra: i funghi chiodini sono meno rinomati dei porcini, ma sono sicuramente più economici e comunque molto buoni. Devono però essere consumati da cotti e la morte loro è nel risotto: semplice, cremoso, profumatissimo.
Attenzione, chi non si presenterà alle mie lezioni sarà segnato sulla lavagna dalla parte dei cattivi!

A casa mia...prof in cucina!

Risotto con funghi chiodini

Risotto con funghi chiodini

Ingredienti per 4 persone

  • 350 g di Riso Carnaroli
  • 250 g di funghi chiodini
  • 1 spicchio d'aglio
  • Marsala
  • Olio evo
  • 20 g di burro
  • Brodo
  • Parmigiano grattugiato
  • Pepe


Preparazione


Pulisci bene i funghi togliendo ogni traccia di terriccio e taglia quelli un po' più grandi



Rosola lo spicchio d'aglio con un po' di olio, poi metti i funghi e lasciali cuocere per qualche minuto. Poi elimina l'aglio.



Metti il riso e fallo tostare per un minuto, poi sfuma con un po' di Marsala. Fai cuocere il riso aggiungendo, di volta in volta, il brodo bollente.



Quando il riso è a cottura, manteca con un pezzetto di burro, regola di pepe. Servi con un'abbondante spolverata di parmigiano grattugiato



venerdì 10 ottobre 2014

Fiera del Tartufo: Alba caput mundi

Qui è alta stagione esagerata, altro che ferragosto! Domani comincerà l'84ª Fiera internazionale del Tartufo Bianco d'Alba e c'è grande fermento per accogliere le migliaia di persone che giungeranno da tutto il mondo per questo evento unico. È pazzesco, è incredibile pensare che una cittadina così piccola come Alba sia così famosa per i gourmand di tutto il globo terracqueo. La Fiera del Tartufo è imperdibile per gli appassionati della cucina e in particolare per quella piemontese, che in questo periodo sfodera il suo lato migliore: i colori meravigliosi dell'autunno, i vitigni gialli e rossi, la bruma che avvolge e rende l'atmosfera ovattata, il crepitio dei camini e l'odore di legna bruciata sono l'ambientazione perfetta per gustare i piatti della tradizione piemontese accompagnati dai nostri grandi vini rossi, dalla Barbera al Barolo, dal Nebbiolo al Barbaresco.
Il centro di Alba sarà invaso da turisti di ogni nazionalità, con carte di credito ben ricaricate per aggiudicarsi le trifule migliori: il programma della Fiera, che parte da domani fino al 16 novembre, è ricchissimo di incontri, di eventi gastronomici, ma non solo. Il prossimo weekend, per esempio, ci sarà la rievocazione storica, con Piazza Duomo coperta di paglia, stand medievali con gli antichi giochi e ovviamente cibo e vino con il “Baccanale del tartufo” che rievoca la quotidianità del Medioevo; ci saranno concerti, analisi sensoriali del tartufo, degustazioni, incontri con grandi chef stellati, concorsi di automobili antiche e chi più ne ha, più ne metta. Vi segnalo un paio di cose a cui tengo particolarmente: nel Coro della Maddalena, in pieno centro, è già cominciata e continuerà fino al 9 novembre, la mostra voluta dalla famiglia Ceretto “Der Rhein” di Anselm Kiefer con ingresso gratuito e poi, da questa domenica e per tutte le domeniche della Fiera, alle 16.30 nel cortile della Maddalena (dove fanno il mercato del Tartufo), ci saranno i Foodies moments junior: corsi di cucina gratuiti per i bimbi con quel mattacchione di chef Diego Bongiovanni, da poco approdato in televisione alla Prova del Cuoco. Da non perdere.
Per vedere il calendario completo andate sul sito della Fiera, cercate ciò che più vi interessa, ma fate in modo di venire almeno un giorno!
Il Tartufo è veramente la quintessenza della goduria e, per me, il modo migliore per gustarlo è con l'uovo: ho assaggiato questa versione in un ristorante, ne sono rimasta conquistata e ho fatto il mio lavoro di reverse engineering con un risultato da capottarsi. Una cocotte cotta in forno cremosa, vellutata, il tuorlo si spacca e avvolge le scaglie di Tartufo in un turbinio di emozioni. Potrete assaggiare questa prelibatezza al pranzo di A casa mia del 1° Novembre, ecco il menù completo! La cocotte è buona anche così, senza nulla (giustificati i soli bambini), ma se non la provate con il Tartufo d'Alba, siete dei pazzi.

A casa mia...impaziente di grattare!

Cocotte di uovo cremoso con Tartufo bianco d'Alba

Cocotte di uovo cremoso con Tartufo bianco d'Alba

Ingredienti per 4 persone

  • 4 uova
  • 200 ml di panna da cucina
  • 50 g di parmigiano grattugiato (o di Castelmagno per un gusto più deciso)
  • Sale&Pepe
  • Tartufo bianco d'Alba




Preparazione

Separa gli albumi dai tuorli, facendo attenzione a non rompere questi ultimi



Agli albumi aggiungi la panna, il parmigiano, regola di sale e pepe e amalgama il tutto fino ad ottenere una crema



Distribuisci la crema nelle cocotte e metti in forno a 180° per circa 15 minuti.
Togli le cocotte dal forno e aggiungi ad ognuna il tuorlo. Poi rimetti in forno per 3-4 minuti



Servi caldo con una generosa grattata di Tartufo, con il cucchiaino rompi il tuorlo cremoso e godi.




martedì 7 ottobre 2014

Menù pranzo A casa mia 1 Novembre 2014 "Viva il trifulau"


Aperitivo

Piccole bontà con bollicine di accompagnamento

Antipasti

Battuta di Fassona Piemontese con Tartufo bianco d'Alba
Cocotte di uovo con Tartufo bianco d'Alba

Primo

Risotto al Castelmagno e nocciole delle Langhe con Tartufo bianco d'Alba

Secondo

Stracotto al Barolo con purè di patate di montagna

Dolce

Tortino con cuore caldo di cioccolato fondente
Caffè – Pusacafè

Vini in abbinamento

Nebbiolo d'Alba Valmaggiore 2011
Barbaresco doc 2009

€35,00 a persona, escluso il Tartufo che sarà conteggiato a parte secondo prezzo di mercato

Per informazioni e prenotazioni scrivi a acasamiablog@libero.it

mercoledì 1 ottobre 2014

Voglio essere una madre migliore

Foto di villafavolosa.com
Dovrebbe esistere una legge per tutelare la sanità mentale dei genitori e che garantisse loro, dopo un'estate senza scuola e asilo, di partire da soli per qualche giorno e rilassarsi.
Perché i figli sono la cosa più bella che la vita ci ha donato, ma diciamolo, senza troppi giri di parole, sono anche una gran rottura di pelotas. Alzi la mano chi si diverte a: svegliarsi presto la mattina dopo la maratona notturna di Homeland o House of cards (noi siamo di nuovo infognati); partire per andare al mare, ma avere il dubbio di star traslocando perché le mani non bastano per trasportare secchielli, palette, formine, creme protettive che poi si brucia, cappellini che poi gli viene l'insolazione, acqua che poi si disidrata, crackers che il mare mette appetito, cambio del costume che poi sta col culetto bagnato e chi più ne ha, più ne metta; non riuscire a fare un discorso uno senza essere subissati di perché; leggere un libro – quando si riesce – sporco di cioccolata e briciole; andare in bagno con uno stuolo di paggetti; ascoltare per centosettanta volte di fila “Il caffè della Peppina” e dover fare i coretti; recuperare dal gabinetto cellulari e ogni sorta di oggetto. E l'elenco potrebbe andare avanti per parecchi post. Dopo questa dichiarazione, forse molti mi banneranno o penseranno che sono una madre snaturata, ma io credo di essere proprio il contrario: prima di essere genitori siamo persone, e se siamo persone felici, realizzate e non nevrotizzate, siamo anche delle mamme e dei papà migliori. E si vedrebbero molte più mani alzate. E siccome voglio realmente essere una buona madre, io e il Maritino abbiamo smollato le Nane e ci siamo goduti tre giorni solo per noi. Ah, figata! Avevamo in mente mille programmi, visitare città d'arte, andare a concerti, ma poi abbiamo pensato che viviamo in un luogo meraviglioso, che è patrimonio dell'Unesco non a caso, per cui abbiamo fatto i turisti a casa, nelle Langhe. Vi racconterò, quindi, del nostro piccolo tour langarolo che ha avuto come protagonista assoluto l'enogastronomia, ça va sans dire.
Questo è uno dei periodi più belli per visitare le Langhe: la bruma mattutina avvolge i vitigni che si colorano di rosso intenso, le strade si profumano di tartufo, la cucina piemontese vive il suo momento di massima espressione e regala grandi emozioni. Alla fine se sta sempre a magnà.
In attesa dei miei consigli su alcuni itinerari e sui luoghi dove andare a mangiare – dalla piola allo stellato – oggi una ricetta che sa di autunno, con le pere protagoniste. Un guscio di frolla croccante, uno strato di crema dolce e voluttuosa, una cascata di pere aromatizzate al Porto: un dolce dalle tante sfumature, perfetto da abbinare con un passito di uve rosse piemontesi, che vi farà chiudere gli occhi al primo morso e che vi farà diventare dei genitori più felici, anche se avete appena scoperto che il vostro bambino imita Picasso sulla parete del salotto.

A casa mia...quando si parte?


Crostata con crema e pere al Porto

Ingredienti per la frolla

  • 300 gr di farina
  • 100 gr di burro
  • 100 gr di zucchero
  • 2 uova

Ingredienti per la crema

  • 3 tuorli
  • 250 ml di latte
  • Scorza di un limone
  • 75g di zucchero
  • 35 g di farina

Ingredienti per le pere

  • 3 pere sode
  • 4 cucchiai di zucchero
  • Mezzo bicchiere di Porto



Preparazione

Fai la pasta frolla secondo la ricetta. Poi falla riposare in frigo per mezz'ora. Cuoci la crema seguendo questa ricetta (ma con metà della quantità degli ingredienti come è specificato sopra)
Intanto taglia le pere a rondelle, eliminando il torsolo centrale e falle cuocere in padella con lo zucchero



Quando le pere cominciano a caramellarsi, sfuma con il Porto e lascia cuocere fino a quando l'alcool sarà evaporato e si sarà formato una sorta di sciroppo



Stendi la pasta frolla e mettila nello stampo con la carta forno. Aggiungi la crema raffreddata e stendila con il dorso di un cucchiaio



Disponi le pere (non troppo calde!) sulla crema e cuoci in forno a 180° per circa 35 minuti




Lascia intiepidire prima di servire