giovedì 5 marzo 2015

#striscianospoiler

Tranquilli e sereni, questo blog non ama le cose striscianti e non farà nessuno spoiler per la finalona di Masterchef in onda stasera, anche perché sono riuscita, fino ad ora, a dribblare le notizie uscite furtivamente in questi giorni.
E anche se sapessi già il nome del vincitore, nessuno mi toglierebbe il divertimento della puntata finale perché la cosa che più mi piace è vedere che cosa cucinano e come lo fanno.
Ma ora, dopo quasi un anno, posso finalmente fare il mio personale #striscianospoiler: sì, anch'io ho fatto le selezioni per Masterchef! Ovviamente, non avendomi vista in video, ne potete dedurre che non le ho passate, ma è stata un'esperienza molto divertente. Ho sempre detto che Masterchef non fa per me, che il mio istinto di autoconservazione mi impedisce di farmi maltrattare e la mia autostima subirebbe un grosso contraccolpo al primo piatto lanciato, ma quando la redazione mi ha chiamata per chiedermi se volevo fare le selezioni, il mio ego si è messo a gongolare. Oltre al Maritino, l'unica persona che ho chiamato è stata la Mufi: mi è stato imposto il silenzio stampa e anche adesso non vi racconterò troppi dettagli perché non vorrei conoscere i legali di Sky, che in questi giorni si stanno già ampiamente sollazzando.
La prima cosa a cui pensare era il piatto da presentare, sapendo che doveva essere cucinato a casa e che sul posto poteva giusto essere scaldato dopo ore e ore di attesa: per cui avanti con gli stress test sul mio sformatino di carote e nocciole – ribattezzato poi “tortino di diludendo” - ricetta che ho scelto perché è legata ai miei primi successi in cucina, perché racconta un po' della mia regione e soprattutto è facile da trasportare e non mi avrebbe incasinato. Partenza alle sei del mattino con la Mufi, perfetta compagna d'avventura, un sole splendente, sonno pazzesco, Elio a palla – sono il puma di Lambrate - e adrenalina a mille dopo aver ricevuto il mio bel numerino adesivo. Ho visto gente che voi umani...c'erano quelli che si erano portati tutta la cucina in un trolley che Paris Hilton lévati; quelli che si sono fatti accompagnare dall'intera famiglia, compresi i cugini di quinto grado; quelli che ripassavano termini tecnici culinari come se dovessero partecipare ad un quiz di Gerry Scotti e alla prima brunoise sbarravano gli occhi manco avessero davanti il pagliaccio di Hit; quelli che fumavano nervosamente come i padri in attesa del primo figlio; quelli che se la tiravano pensandosi già gli eredi di Cracco e poi c'ero io, sdraiata per terra a prendere il sole, a ridere e a smezzare un birrozzo con l'amica del cuore. Alla fine ero lì per cucinare, mica per scindere l'atomo. Sono passata in tardo pomeriggio e poco prima di me c'era una ragazza con i capelli ricci legati, una camicia scozzese aperta, un bel sorriso e ho pensato che quella, sì, poteva farcela: era Maria, concorrente uscita alla nona puntata. Il mio sesto senso funziona.
È stata una giornata lunga, una bella esperienza che porterò nel cuore: cercare nuove combinazioni in cucina e curare la presentazione dei piatti mi appassiona e chissà dove mi porterà nel prossimo futuro, ma meglio farlo senza lo stress di una gara.
La ricetta del dolce di oggi nasce proprio dall'idea di reinventare il binomio proverbiale pere e formaggio: così ho creato un semifreddo di pere con gocce di cioccolato abbinato ad una spuma di ricotta di bufala piemontese. Un dolce semplice, ma di grande effetto, un'esplosione di gusto e delicatezza.
E comunque il cuoco ciacione che ha assaggiato con faccia sfingica il mio tortino di diludendo, si è leccato i baffi. Tiè.

A casa mia...e alloooooooooooora!

4 commenti:

  1. Ohhhhh che ricordi! ! I panini al bar, i tizi di Alba, il custode che ci ha rincorso per l'arena! E lo spritz nel bagagliaio! ! Tanto orgogliosa di te, la mia chef preferita! !

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  2. Brava, brava, molto brava! Io non sono un tifoso dei Masterchef, anche se ne riconosco il grande riscontro; odio tutte le preparazioni artefatte, rifinite a mano che sono spettacolari e buonissime (!) solo se sembrano un quadro di Matisse. Non dico che l'aspetto non conti, ci mancherebbe, ma alla fine è il sapore che vince. L'acciughina di traverso al soufflè, la ciliegia con il rognone, la spigola con l'arancia non fanno per me. W la cucina della nonna ( magari in parte rivisitata) . Mi fanno poi ridere questi presunti giudici, pronti a spaccare il capello in sedici e poi , magari, se ti capita di mangiare nel loro ristorante ( ma tanto non cucinano loro) la pasta non è cotta al punto giusto. Comunque tu continua. Baci . Alberto

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    1. Grazie, ma tranquillo...io continuo a cucinare, ma senza telecamere! Un abbraccio!

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