lunedì 27 maggio 2013

Vamos por tapas



 Continua il mio racconto enogastronomico del viaggio franco-iberico fatto con il Maritino per i dieci anni di matrimonio. Qualcuno penserà eccheppalle con sto anniversario, ci ha rotto i ¾! Ecco, sì, avete forse ragione, ma intanto voi arrivateci a festeggiare i dieci anni di matrimonio e poi vediamo che triduo vi inventerete per festeggiare. E poi il blog è mio e lo gestisco io, gne gne gne.
Dopo la prima tappa a Nimes, il nostro viaggio è proseguito verso Barcelona: siamo arrivati alla sera, senza sapere dove andare. Io guidavo, il Maritino come navigator è veramente nullo, una schiappa, e mentre io cercavo di dirigermi verso il centro, tentando di capire la viabilità spagnola, lui diceva solo “Chissà cosa sarà quella cosa lì...hai visto quella costruzione pazzesca?Cos'è, cos'è, tu che sai la lingua?”. Eccerto, il fatto di aver studiato spagnolo alle medie e un paio d'anni all'università, fa di me un'esperta del paese!
Alla fine ci siamo ritrovati sulla Rambla, abbiamo mollato la macchina al primo garage incontrato e, con valige al seguito e pioggerellina, è cominciata la ricerca di un hotel. Alle 22, finalmente sistemati, avevamo una certa fame, ma neanche voglia di andare in giro a muzzo per trovare un ristorantino. Così siamo rimasti sulla Rambla, cercando un posto che non fosse il rifila ciapa-ciapa per turisti. Dicesi ciapa-ciapa posto che promette qualità che non ha. Ho adocchiato un posticino carino, sotto la tettoia della Boqueria, mercato meraviglioso di Barcelona: Casa Guinart. Un piccolo locale di tapas aperto dal 1899 - e questo mi dava sicurezza - dove è d'obbligo cominciare con una caña (che è la birra piccola, non un insulto), e noi non ce lo siamo fatti dire due volte, per schiarirsi le idee e poi gustare i loro piattini di prelibatezze: il jamòn tagliato al coltello, frittura di pesciolini e calamari,


una piccola paella


e il meloso, la guancia del manzo, taglio tenerissimo che si scioglieva in bocca.


Una caña, ovviamente, non ci è bastata.


Casa Guinart è sicuramente un locale turistico, per la posizione è quasi inevitabile, ma le tapas sono ottime, trovi un'ampia carta di vini – per pagare potresti però aver bisogno di vendere un rene - e non è raro incontrare qualche autoctono seduto sugli sgabelli che si gusta una birretta.
La ricetta che vi propongo oggi non è esattamente una tapas, ma è ideale per un aperitivo o una cena in piedi: i muffin di zucchine e ricotta sono semplici da fare, rimangono morbidi e soffici, ma consiglio sempre di servirli tiepidi, in modo che conservino ancora la fragranza della cottura. Perfetti da gustare al tramonto, con l'ultimo sole sul viso, accompagnati da un prosecco o una cerveza, purché ghiacciati.

A casa mia...¡Que viva Barcelona!

Muffin zucchine e ricotta

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