martedì 8 gennaio 2013

La zia Lalla

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Con Lalla ci conosciamo da quando siamo nate. Tutto parte da un'antica amicizia dei nostri genitori, poi abbiamo sempre abitato nello stesso quartiere, frequentato il catechismo insieme, comunione e cresima il medesimo giorno, compagne di classe alle medie. Quando la prof di italiano, la mitica Ravallese, cambiò Lalla di posto per metterla nel banco vicino a me, lei si mise a piangere. Ecco, forse non eravamo proprio amiche-amiche. Abbiamo cominciato realmente a conoscerci e a scoprirci durante il tempo del liceo – in due scuole diverse, sia mai che piangesse ancora – ed è nata un'amicizia profonda, fatta di confidenze, di condivisione di tanti momenti importanti della nostra vita, di scelte comuni. Per le mie figlie è la zia Lalla, un appellativo famigliare che va al di là dei legami di sangue.
Se devo proprio trovare una pecca alla mia amica è che non sa cucinare, o meglio, proprio non le piace. Per anni ci siamo puppati – termine tecnico – la sua pasta asciuttissima al pesto del supermercato, patate bollite crude – impresa difficilissima, ma lei era campionessa in questo – e chili di taleggio. Una dieta sana ed equilibrata. Roba da Kitchen nightmares. Con il tempo è migliorata notevolmente, segno non solo di pratica, ma soprattutto di un minimo di dedizione. E i nostri fegati ringraziano.
Un piatto veramente buono che abbiamo mangiato da Lalla – accompagnato da facce stupite e da domande come “Sarà stato un colpo di culo?” – è la pasta con il pesce spada. Semplice e buonissima, con i tocchetti di pesce fresco avvolti dalla polpa di pomodoro e dal prezzemolo.
Ho scelto le trenette come formato di pasta, che trattengono bene il sugo, ma macchiano inevitabilmente la camicia. Munirsi di bavaglioni.
Mai avrei pensato di mettere una ricetta di Lalla sul blog, ma come dice Gene Wilder in Frankestein Junior: “Si può fare!”.

A casa mia...pasta sciuè sciuè di mare!

Trenette al pesce spada

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