Lo staff de La Mugnaia |
Questo
è ciò che sta alla base de La Mugnaia, ristorante aperto dallo Chef
Marco Rossi – il filosofo – e dalla compagna Elisa Campa – la
scultrice, nonché sommeiller e responsabile di sala – nel giugno
del 2011 nel cuore del centro storico di Ivrea.
La
Mugnaia – il nome deriva dalla principale maschera del carnevale
d'Ivrea – è un locale semplice, ma elegante, due salette con volte
di mattoni a vista e un piccolo dehors estivo dove ci è stato servito
l'aperitivo: un fingerfood di fagioli Piattella con crudo di tonno e
cipolle rosse caramellate, e un mini croissant salato con sasaka che,
a dispetto del nome orientaleggiante, è uno speciale salame
friulano. Il preambolo ci fa intuire una cena di alto livello. E così
è stato.
Come
antipasto, una tometta fresca della Valchiusella con erbe spontanee e
polvere di olio di noci: un piatto che è un quadro primaverile e che
ti fa immaginare di essere Heidi al pascolo insieme a Peter e a
Fiocco di Neve.
Tometta della Valchiusella con erbe spontanee e polvere di olio di noci |
Si prosegue con un tris di trota della Valchiusella,
carpaccio, tartare agli agrumi e carpione di moscato: la scelta sulla
versione più buona è ardua. Polpo croccante al pignoletto rosso –
una farina di mais rossa – su passatina di ceci e olio alla
vaniglia: un fritto asciutto e gustoso che ben si abbinava alla
crema, ma a mio modestissimo parere, mancava forse una nota di
acidità. Ma qui stiamo proprio a fare le pulci.
Come
primi, una crema di fave con baccalà confit, gamberi rossi di
Sicilia e olio agrumato: un piatto delicato, ma con un gran
carattere, esteticamente meraviglioso; gnocchetti di ortiche su crema
di bufala affumicata, melanzane e pomodoro fresco: i sapori
mediterranei, i colori splendidi del nostro Paese, la sapienza nel
rendere speciale anche gli ingredienti più semplici.
Il
secondo è un maialino al latte cotto nel fieno che si scioglie in
bocca, accompagnato da un purè di sedano rapa e una composta di
rabarbaro e zenzero: il nostro tavolo ha decretato il maialino dello
Chef Marco, re indiscusso della serata.
Un
pre dessert fresco e godibile come una pallina di fiordilatte con
olio agli agrumi – che uno pensa: “L'olio sul gelato?!” e
invece è un matrimonio d'amore – e un dolce di influenza
meridionale, tra la Puglia e la Sicilia, con una crema di mandorle e
granita al caffè: una presentazione da ristorante stellato.
Un caffè alla mandorla, grazie! |
Alla
Mugnaia ho trascorso una meravigliosa serata, non solo per la bontà
dei piatti e la loro presentazione, per l'ottima compagnia e le
risate, ma anche per quell'attenzione alle piccole cose – il pane
fatto in casa, la piccola pasticceria, l'uso di materie prime ottime,
la scelta dei vini abbinati, il segnaposto personalizzato – che mi
hanno fatto sentire coccolata.
Ora,
io fossi in voi, prenderei subito il telefono e prenoterei alla
Mugnaia perché i menù degustazione vanno dai 32€ ai 38€, ma lo
Chef Marco è uno da tenere d'occhio perché può ambire a sfoggiare
la stelletta Michelin sul bavero molto presto.
Ed
io, povera foodblogger, cosa posso proporvi dopo questo popò di
cena? Ma non mi metto neanche in competizione e vi snocciolo la
ricetta più semplice che può venirvi in mente: la pasta aglio,
olio e peperoncino. Proprio quella da metter su a mezzanotte con gli
amici, ma con la cottura risottata, facendo cuocere la pasta
direttamente in padella in modo da usare meno olio – ma che sia
ottimo! - e avere un risultato cremoso e godurioso. Perchè io,
comunque, sto sempre dieta, anche se effettivamente non si direbbe.
Penne risottate "ajo, ojo"
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