mercoledì 10 ottobre 2012

Il piacere di fare la spesa

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Quando il Maritino ed io eravamo ancora fidanzati – anni e anni or sono – passavo molto tempo a casa sua e con la sua famiglia, composta da madre, nonna e due sorelle: un gineceo. La mia non-ancora-suocera era una donna che lavorava, per cui della cucina si occupava principalmente la nonna che, come ho già più volte raccontato, preparava piatti di un certo spessore – lasagne, pisarei e fasò, cappellacci – meravigliosi nella loro semplicità. Adoravo rimanere a cena in quella casa, non solo perché si mangiava decisamente bene, ma per quell'aria di genuinità e di calore che si respirava, per quella tranquillità che si prova quando ci sente a proprio agio, senza fare attenzione ai mille orpelli che spesso la vita e la società ci impongono, mi sentivo in famiglia.
Una delle cose che più mi piaceva fare con il mio non-ancora-marito e la mia non-ancora-suocera era andare a fare la spesa insieme il sabato. Ogni volta si andava in un supermercato diverso, a caccia delle occasioni speciali e facendosi anche attrarre da prodotti non presenti sulla lista della spesa, folgorati dall'idea di una ricetta o ingolositi da una “maialata”, ovvero cosa commestibile con millemila calorie a cui non puoi dire di no. Si arrivava alla cassa con il carrello strabordante – ovviamente sulla lista originale c'erano giusto dieci voci - e nel momento di mettere le varie cose sul rullo trasportatore c'era il verdetto sulla spesa: “Vabbè, ma non abbiamo preso cavolate!”. Questo è ancora adesso il mio metro di giudizio dopo gli acquisti. Era divertente, era rilassante. Oggi evito i supermercati di sabato come la peste, sembra di stare in autostrada al 15 di agosto: troppa gente, code, corsie con i carrelli parcheggiati in doppia fila e l'isteria delle persone, alcune delle quali, potessero, si farebbero installare anche un clacson e dei fari abbaglianti nel carrello per sfanagliare quello davanti che è troppo tempo fermo ad annusare i detersivi. Ma quando capita di essere obbligata ad andarci perché in settimana proprio non ce l'ho fatta e il frigo quando lo apri fa l'eco, cerco di tornare con la mente a quelle spese divertenti, facendomi attrarre da cose mai comprate per il gusto di fare qualcosa di nuovo. L'ultima volta è successo con il cavolo nero - ortaggio a me sconosciuto -  che ho cucinato insieme alla zucca, ai porri, alle patate per una zuppa dal sapore deciso, che scalda e rincuora, un vero comfort food. Parmigiano, dei crostini di pane – mannaggia, io non li avevo - una macinata di pepe, una “C” di olio a crudo.
E, nonostante il cavolo nero, questa non è una cavolata.

A casa mia...spesa rilassante!

Passato di cavolo nero e zucca

2 commenti:

  1. che bello questo post, adesso prendo e ti copio subito la zuppa. già, se trovo il cavolo nero, se. ^_^
    vittoria

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    1. Grazie Vittoria! In verità il cavolo nero è piuttosto comune, sono io che non lo guardavo mai!

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