venerdì 12 ottobre 2012

Soluzione per la fame chimica

Un "caddozzone" in Sardegna

Mia figlia Alice è sempre molto curiosa di sapere cosa facevano il suo papà e la sua mamma quando erano bambini, per cui ci sono giorni in cui ci fa centosettantamila domande sulla nostra infanzia, sui perché, sui per come. Un giorno la sua conversazione è cominciata così: “Mamma, alla tua epoca....”. Cosa?!?! Alla mia e-p-o-c-a?! Mi sono sentita un dinosauro, ma ho preso coscienza del fatto che per la nuova generazione noi siamo “quelli dell'altro millennio”. E quando questa consapevolezza arriva in contemporanea ai primi capelli bianchi, non è bello. In verità molte cose sono rimaste inalterate negli anni – Alice pensa che nel futuro le macchine voleranno, esattamente come per noi quando immaginavamo gli anni del 2000 – altre sono effettivamente cambiate. Come la comunicazione – cellulari, internet – i cartoni animati che per noi erano dalle 16 alle 18 con Bim Bum Bam e per loro sono 24 ore su 24 con canali dedicati, ed anche il modo di fare la spesa. Una volta c'erano le latterie, i negozi di alimentari sotto casa, mentre oggi ci sono super-iper-mega-mercati che spesso sono più grandi di alcune frazioni di montagna. E poi c'erano anche le rosticcerie, io non ne ho più viste. Ne esisteva una in centro a Torino, Castagno, con un'insegna blu e una vetrina sempre appannata dalla condensa. Faceva un panino con i crauti che era la fine del mondo. Mia madre non è mai stata cliente di gastronomie e affini, ma sapeva quanto a me e a mio fratello piacesse quel panino e ogni tanto ce lo comprava. Wurstel, crauti, senape, pane caldo croccante: era una festa. Ed è il comfort food per eccellenza quando ti prende quella fame devastante dopo una notte di bagordi in giro con gli amici: alzi la mano chi non ha mai risolto la cosiddetta fame chimica con un paninazzo dai venditori ambulanti sui furgoni. Quelli che lavorano alacremente - come la boutique di Fendi sotto Natale - quando allo stadio c'è una partita e che io chiamo simpaticamente “i caddozzoni”, che in sardo significa “gli sporcaccioni”. Non me ne vogliano, ma il panino con la salsiccia alle 4 del mattino è un'autentica maialata.
In verità i crauti non sono nient'altro che cavolo cappuccio soffocato, cotti giusto con un goccio di olio e sfumati con l'aceto, per cui sono anche un contorno assolutamente light, facili da fare e un po' diversi dai soliti spinaci o zucchine. Buonissimi anche così, nella loro semplicità. Però, vuoi mettere la libidine se li metti in un panino con wurstel e senape? Ovviamente da gustare con una media bionda.

A casa mia...il panino dei campioni!

Panino wurstel e crauti

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