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Dovrebbe
esistere una legge per tutelare la sanità mentale dei genitori e che
garantisse loro, dopo un'estate senza scuola e asilo, di partire da
soli per qualche giorno e rilassarsi.
Perché
i figli sono la cosa più bella che la vita ci ha donato, ma
diciamolo, senza troppi giri di parole, sono anche una gran rottura
di pelotas. Alzi la mano chi si diverte a: svegliarsi presto
la mattina dopo la maratona notturna di Homeland o House of
cards (noi siamo di nuovo infognati); partire per andare al mare,
ma avere il dubbio di star traslocando perché le mani non bastano
per trasportare secchielli, palette, formine, creme protettive che
poi si brucia, cappellini che poi gli viene l'insolazione, acqua che
poi si disidrata, crackers che il mare mette appetito, cambio del
costume che poi sta col culetto bagnato e chi più ne ha, più ne
metta; non riuscire a fare un discorso uno senza essere subissati di
perché; leggere un libro – quando si riesce – sporco di
cioccolata e briciole; andare in bagno con uno stuolo di paggetti;
ascoltare per centosettanta volte di fila “Il caffè della Peppina”
e dover fare i coretti; recuperare dal gabinetto cellulari e ogni
sorta di oggetto. E l'elenco potrebbe andare avanti per parecchi
post. Dopo questa dichiarazione, forse molti mi banneranno o
penseranno che sono una madre snaturata, ma io credo di essere
proprio il contrario: prima di essere genitori siamo persone, e se
siamo persone felici, realizzate e non nevrotizzate, siamo anche
delle mamme e dei papà migliori. E si vedrebbero molte più mani
alzate. E siccome voglio realmente essere una buona madre, io e il
Maritino abbiamo smollato le Nane e ci siamo goduti tre giorni solo
per noi. Ah, figata! Avevamo in mente mille programmi, visitare città
d'arte, andare a concerti, ma poi abbiamo pensato che viviamo in un
luogo meraviglioso, che è patrimonio dell'Unesco non a caso, per cui
abbiamo fatto i turisti a casa, nelle Langhe. Vi racconterò, quindi,
del nostro piccolo tour langarolo che ha avuto come protagonista
assoluto l'enogastronomia, ça va sans dire.
Questo
è uno dei periodi più belli per visitare le Langhe: la bruma
mattutina avvolge i vitigni che si colorano di rosso intenso, le
strade si profumano di tartufo, la cucina piemontese vive il suo
momento di massima espressione e regala grandi emozioni. Alla fine se
sta sempre a magnà.
In
attesa dei miei consigli su alcuni itinerari e sui luoghi dove andare
a mangiare – dalla piola allo stellato – oggi una ricetta che sa
di autunno, con le pere protagoniste. Un guscio di frolla croccante,
uno strato di crema dolce e voluttuosa, una cascata di pere
aromatizzate al Porto: un dolce dalle tante sfumature, perfetto da
abbinare con un passito di uve rosse piemontesi, che vi farà
chiudere gli occhi al primo morso e che vi farà diventare dei
genitori più felici, anche se avete appena scoperto che il vostro
bambino imita Picasso sulla parete del salotto.
A
casa mia...quando si parte?
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