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Ci sono momenti della vita che
non si scordano, che ti cambiano profondamente, quegli avvenimenti
così importanti che anche a distanza di anni, a pensarci, provi la
stessa emozione. Non parlo di matrimonio, né di figli e neanche
dell'acquisto di una borsa di Gucci, anche se in questo caso
tantarobba. Quindici anni fa diventavo maggiorenne –
opporcavacca, quin-di-ci – una data significativa per tutti
gli adolescenti perché è il passaggio verso l'età adulta, perché
puoi votare, perché puoi firmare le giustificazioni a scuola – ma
se sei minorenne, procurati una compagna brava a falsificare la firma
di tua madre, come ho fatto io – ma sopratutto perché puoi
prendere la patente. Non sono mai stata una fanatica delle
automobili, ma guidare mi piace molto fin dai tempi dell'autoscontro
e dai miei diciotto anni non volevo altro che quel lenzuolino rosa
della motorizzazione. Sì, ho ancora la vecchia patente, non fate gli
screanzati con battute sull'età. Il giorno in cui ho fatto l'esame
di guida era inverno, ma c'era un gran sole, preludio di una
primavera che voleva arrivare. Era un sabato pomeriggio, dopo la
scuola, e ricordo benissimo quella gioia straripante nel firmare con
mano tremante quel documento rosa, dopo che l'esaminatore pronunciò
le fatidiche parole: “Signorì, accosti pure”. Dallo specchietto
retrovisore mi accorsi che c'era la macchina di mio padre, il quale
mi aveva seguito da lontano, e con un gesto atletico alla Bo&Luke
sono uscita fuori da finestrino sventolando la mia patente nuova di
pacca. Tu chiamale, se vuoi, emozioni. I miei genitori partirono poi
per la montagna ed io passai tutto il pomeriggio a guidare per Torino
con la Panda 750CL – macchina di un certo livello - di mia madre e
il sorriso stampato sulla faccia.
Ecco, io una macchina proprio mia
non l'ho mai avuta e adesso, per esigenze logistiche familiari, mi
servirebbe proprio: non dico un'automobile di lusso, ma neanche una
Prinz, mi andrebbe bene anche una zucca trasformata in carrozza.
Nell'attesa che arrivi la Fata Madrina a fare tutto il suo cine con
la bacchetta magica, comincio io a trasformare una zucca in soffice
purè. E' un'alternativa sana e gustosa del classico purè di patate,
da abbinare a carni o semplicemente da mangiare con un cucchiaio
dalla ciotola. Solo zucca, un fiocchetto di burro, noce moscata e
parmigiano per un contorno che non ha bisogno di magia, ma che lo è.
Purè di zucca
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