Google immagini |
Scena I, mattina: sei a casa dal
lavoro e ne approfitti per mettere a posto quei cassetti del mobile
in salotto, che sono diventati un'accozzaglia di cose indefinite e
che non sai di avere; accendi la tv per avere un po' di compagnia e
ti trovi un programma di cucina. Massaie che impastano, eco
friendly che ti insegnano a fare marmellate con le bucce di
qualcosa, biondone con stacco di coscia in bella vista – e siamo
solo al mattino – che seguono con attenzione lo sfrigolare di una
padella, ma in realtà pensano che vorrebbero fare colazione da
Tiffany. Aridatece Wilma De Angelis.
Scena II, pomeriggio: dopo pranzo
ti concedi una pausa rilassante sul divano, accendi la tv e ti trovi
un programma di cucina. Repliche di show cooking o chef che
rimettono in sesto ristoranti e ristoratori che farebbero meglio a
darsi all'ippica.
Scena III, sera: dopo una
giornata faticosa, finalmente arriva il momento in cui i tuoi figli
sono a letto, quindi divano, copertina, tisana e accendi la tv; fai
zapping per trovare un programma decente e, indovina un po', ti
imbatti nell'ennesimo programma di cucina. Non se ne esce più vivi.
O se sei vivo, hai il colesterolo che implora pietà.
L'altra sera, mentre io e la
Nanagrande guardavamo complici una replica di Masterchef USA, il
Maritino sbotta: “Eccheppalle! In questa casa o si guarda Peppa Pig
o una trasmissione di cucina!”.
Oppure una partita del Toro,
aggiungerei io. Che vi devo dire, sarà per deformazione
professionale oppure per il desiderio inconscio – mica tanto
inconscio: Presidente Cairo, prendimi! Costo molto meno della Parodi
e dopo lavo anche le pentole! – di volere essere dall'altra parte
dello schermo, ma io queste trasmissioni le guardo, prendo spunto,
rido e critico, e ho già segnato in agenda che il 19 dicembre
comincia la terza edizione di Masterchef Italia. Tanti amici mi
chiedono di partecipare e vi ringrazio per la fiducia che avete in
me, ma no, proprio non fa per me e per la mia cucina. Io sono
semplice, casalinga, caciarona e amo cucinare i piatti tipici
regionali per gli amici, per la mia famiglia. Cosa direbbero Cracco,
Barbieri e Bastianich se gli preparassi i peperoni con la bagna
caoda? Dopo un mi stai diludendo se li mangerebbero, lascia
fare. Fan tutti i fighetti, ma poi i sapori semplici vincono sempre.
I peperoni con la bagna caoda
sono uno dei millemila antipasti del Piemonte, una ricetta
semplice che secondo me ben si adatta ad una bella tavolata, anche a
quella più elegante delle feste natalizie. I peperoni gialli e
rossi, meravigliosi colori autunnali, si cuociono da soli in forno e
la casa avrà un profumo eccezionale; la salsa di acciughe – la mia
è poco agliata – si fa in pochi minuti, un po' di più di quelli
che ci metteranno i vostri ospiti a spazzolare il piatto.
Alla faccia di Cracco.
Peperoni con bagna caoda
Nessun commento:
Posta un commento