venerdì 8 novembre 2013

La cumpa del mare

Vivi, Fabio, Betta, io sull'albero. Geremeas estate 1992
I miei ricordi più belli di bambina e adolescente sono legati alle vacanze estive al mare dai nonni, a Geremeas, piccolo villaggio nella costa sud della Sardegna.
I motivi del mio sorriso al solo pensiero di quei giorni sono molteplici: vivevo in costume e maglietta, stavo in un posto meraviglioso con un mare da far invidia ai Caraibi, venivo coccolata dai nonni, giocavo con i miei cugini e la massima preoccupazione era se prendere al bar il Cucciolone o il Winner Taco. Che a pensarci bene, il dilemma era forte.
E poi c'era la cumpa. Era bello tornare nello stesso luogo tutte le estati e ritrovare gli amici, ogni anno più cresciuti e cambiati. Abbandonati il secchiello e la paletta, si vedevano spuntare i primi baffetti in un viso imberbe – sto parlando dei soggetti maschi, eh – i primi accenni di seno e gli occhi ingigantiti dal mascara rubato alla sorella maggiore; le corse in bicicletta venivano sostituite da lunghe chiacchierate notturne seduti sulle giostrine – le stesse che ci avevano visti bambini – e le bancherelle dei Topolini vecchi e dei braccialetti colorati, venivano soppiantate per organizzare il falò in spiaggia con chitarra d'ordinanza. Non esistevano mail, facebook e telefonini, non potevamo taggarci nelle foto dell'estate, né messaggiarci con whatsup, ma durante l'anno ci si teneva in contatto lo stesso spedendoci lettere scritte con la penna stilografica e imbucate con il francobollo leccato accuratamente.
Con Fabio c'era un legame speciale perché ci si aspettava alla sbarra per riabbracciarci, perché il suo accento napoletano conquistava tutti, perché era di una simpatia travolgente, perché era semplice ma pure gnocco, perché i nostri compleanni erano vicini. Oggi tocca a lui, domani – quest'anno ho la carogna da invecchiamento – a me. Fabio adesso è un uomo, si è sposato con una bellissima ragazza e ha una bimba stupenda; non ci vediamo da tanti, troppi anni, ma non abbiamo mai saltato la tradizione di sentirci l'8 e il 9 novembre per farci gli auguri e ricordare con tenerezza aneddoti estivi.
Oggi la ricetta di un dolce, dove possiamo spegnere insieme le candeline almeno virtualmente: la torta di pere e nocciole ha il gusto delle cose semplici e buone, quel profumo che pervade la casa e che fa stare bene, quel sapore autunnale che è sinonimo di chiacchiere sul divano con i piedi coperti da un plaid, quella autentica bontà come le amicizie di vecchia data.

A casa mia...tanti auguri a noi!

Torta pere e nocciole delle Langhe


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