Vivi, Fabio, Betta, io sull'albero. Geremeas estate 1992 |
I miei ricordi più belli di
bambina e adolescente sono legati alle vacanze estive al mare dai
nonni, a Geremeas, piccolo villaggio nella costa sud della Sardegna.
I motivi del mio sorriso al solo
pensiero di quei giorni sono molteplici: vivevo in costume e
maglietta, stavo in un posto meraviglioso con un mare da far invidia
ai Caraibi, venivo coccolata dai nonni, giocavo con i miei cugini e
la massima preoccupazione era se prendere al bar il Cucciolone o il
Winner Taco. Che a pensarci bene, il dilemma era forte.
E poi c'era la cumpa. Era bello
tornare nello stesso luogo tutte le estati e ritrovare gli amici,
ogni anno più cresciuti e cambiati. Abbandonati il secchiello e la
paletta, si vedevano spuntare i primi baffetti in un viso imberbe –
sto parlando dei soggetti maschi, eh – i primi accenni di seno e
gli occhi ingigantiti dal mascara rubato alla sorella maggiore; le
corse in bicicletta venivano sostituite da lunghe chiacchierate
notturne seduti sulle giostrine – le stesse che ci avevano visti
bambini – e le bancherelle dei Topolini vecchi e dei braccialetti
colorati, venivano soppiantate per organizzare il falò in spiaggia
con chitarra d'ordinanza. Non esistevano mail, facebook e telefonini,
non potevamo taggarci nelle foto dell'estate, né messaggiarci con
whatsup, ma durante l'anno ci si teneva in contatto lo stesso
spedendoci lettere scritte con la penna stilografica e imbucate con
il francobollo leccato accuratamente.
Con Fabio c'era un legame
speciale perché ci si aspettava alla sbarra per riabbracciarci,
perché il suo accento napoletano conquistava tutti, perché era di
una simpatia travolgente, perché era semplice ma pure gnocco, perché
i nostri compleanni erano vicini. Oggi tocca a lui, domani –
quest'anno ho la carogna da invecchiamento – a me. Fabio adesso è
un uomo, si è sposato con una bellissima ragazza e ha una bimba
stupenda; non ci vediamo da tanti, troppi anni, ma non abbiamo mai
saltato la tradizione di sentirci l'8 e il 9 novembre per farci gli
auguri e ricordare con tenerezza aneddoti estivi.
Oggi la ricetta di un dolce, dove
possiamo spegnere insieme le candeline almeno virtualmente: la torta
di pere e nocciole ha il gusto delle cose semplici e buone, quel
profumo che pervade la casa e che fa stare bene, quel sapore
autunnale che è sinonimo di chiacchiere sul divano con i piedi
coperti da un plaid, quella autentica bontà come le amicizie di
vecchia data.
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