Vista da Madonna di Como -Alba |
Ci sono. E' da giorni che non
accendo il computer, non sapevo neanche dove fosse finito in questo
inferno di cristallo tra scatoloni e borsoni, ma posso dire che
l'operazione trasloco è stata effettuata con successo! Applausi.
Non è certamente tutto a posto, ma la casa comincia ad essere
vivibile. L'ottimismo prima di tutto. Venerdì ho lasciato Torino con
sentimenti contrastanti: eccitazione, felicità, ma anche tristezza
per gli affetti che lì rimangono e quella piccola sana dose di
timore nel cominciare qualcosa che non si conosce: vi dico solo che
nel salutare i custodi della casa torinese ho pianto come una
fontana...forse devo farmi un paio di domande sulla mia vecchiaia e
sul mio stato di salute mentale. Qualche lacrima è scesa ancora
mentre guidavo in direzione di Alba – benedetti siano gli occhiali
da sole – poi ho rivisto quella che è la mia casa e mi sono
rinfrancata. Tra uno scatolone e l'altro, io e il Maritino abbiamo
scoperto che ci sono in giardino alberi carichi di ciliegie e ne
abbiamo colto un cestino; poi abbiamo visto che ci sono alberi di
fico, pere, melograni, nespole e filari di vite con piccoli grappoli
che stanno nascendo. Qui è una meraviglia, ma ci vorrà un poco
prima di abituarsi ad una dimensione di vita molto diversa rispetto a
Torino che, sia chiaro, rimane nel mio cuore.
Non ho ancora cominciato a
spignattare, ma spero di cominciare presto, anche perché questa
cucina è fighissima. Oggi vi propongo una ricetta sperimentata
qualche tempo fa che sa di Piemonte, un risotto che esce dal solito,
con le pere, le acciughe e la polvere di cannella. Ecco, l'ho vista
la faccia che state facendo, state storcendo il naso. Amici cuochi di
poca fede. La cannella ci sta – anch'io ero scettica - è quel
tocco che trasformerà il vostro risotto già buonissimo in un piatto
speciale.
La sera del trasloco siamo
crollati, praticamente svenuti, sul letto, distrutti dalla levataccia
e dal lavoro: la palestra è niente in confronto ad un trasloco. Al
mattino si sentivano gli uccellini e il fruscio delle foglie mosse
dal vento, in lontananza un contadino col suo trattore cominciava la
sua giornata tra i campi, il tram di corso Einaudi era già un
ricordo. E' l'Alba di un nuovo giorno.
Nessun commento:
Posta un commento