La terra continua a tremare in Emilia,
ancora stamattina, poco fa, con una scossa avvertita anche a Torino
(io ovviamente non me ne sono accorta), Milano, Liguria. Speriamo che
i danni siano limitati. Ho già accennato, in vecchi post, della mia
affezione all'Emilia, in quanto mia suocera era di Bondeno, cittadina
nel ferrarese. A casa del maritino si sentiva sempre parlare in
dialetto. Per non so quale tipo di ragionamento, la Nonna Albertina
parlava con me in ferrarese e con i suoi
nipoti emiliani, in italiano!
All'inizio non capivo nulla, poi sono riuscita a crearmi un po' di
vocabolario. La frase tipica era: “To' quel quel ensima al bagai”.
Ovviamente non sarà scritto così, ma il suono era quello e voleva
dire “Prendi quella cosa là sopra a quell'affare”. La Nonna, un
genio.
Gli emiliani sono gente allegra, di
un'accoglienza straordinaria e con una cucina verace, godereccia,
senza compromessi. Se si mangia, si mangia bene e le cose vanno fatte
secondo tradizione. Quando siamo stati in vacanza a Bondeno, la
maggior parte del tempo l'abbiamo trascorso a tavola: cappellacci di
zucca, lasagne, salama da sugo, pinzin. Il festival del colesterolo,
ma anche della pace dei sensi.
Il ragù, per la cucina emiliana, è
basilare per tante ricette, ma è ovviamente un must per
avere un ottimo e semplice piatto di pasta, ideale anche per i
bambini perchè piace molto e con un piatto unico si dà da mangiare
un primo e anche la carne. La cottura è lunga – più cuoce, meglio
è – ma la difficoltà è minima. Quando lo faccio, ne cucino
sempre un po' di più per poterne conservare qualche barattolo in
freezer, pronto per l'uso.
A casa
mia...la sfoia l'è bona quand a la zzdora l'ag suda al cul!*
Ragù
*La sfoglia è buona quando alla massaia suda il sedere (ha impiegato tempo e fatica per tirarla)
*La sfoglia è buona quando alla massaia suda il sedere (ha impiegato tempo e fatica per tirarla)
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