Stai bene così |
E anche quest'anno
l'estate è arrivata. Come se non ce ne fossimo accorti con questo
gran simpaticone di Scipione che ci fa sudare come maiali (ma che
poi, sudano i maiali?) e bere come cammelli nel deserto. Se dico la
parola estate, la prima immagine che mi viene in mente è quella un
po' bambinesca del disegno stilizzato mare – spiaggia –
ombrellone - sole. Poi, siccome non sono più una bambina, al
bozzetto colorato aggiungerei: lettino, libro, lettore mp3,
massaggiatore, un bel cocktail pestellato con sobrie cannucce nere e
frittino di mare sulla spiaggia. Ah, che vita di stenti! Va bene,
torniamo alla realtà.
Come ho già
raccontato in precedenza, le mie estati da bambina e poi da
adolescente le ho trascorse in Sardegna. Quando ero piccola partivo
insieme a mia madre e mio fratello, mentre mio padre rimaneva a
Torino a lavorare. Quando la sera tornava dall'ufficio, essendo da
solo, si preparava pasti semplici, libero di mangiare ciò che più
gli piaceva. Quando un piatto gli piaceva particolarmente, provava a
riproporlo anche a noi, una volta tornati in città. Certo,
l'insalata di fagioli e cipolle non sono la cosa che piace di più ad
una bambina, (però adesso, mmm...) ma le uova al pomodoro, quelle
mio padre le faceva proprio buone!
E' un piatto
semplice, economico, molto saporito e profumato. Di primo acchitto,
l'accostamento del pomodoro con le uova strapazzate sembra azzardato,
ma vi assicuro che è un connubio azzeccato, con quel gusto deciso
dei capperi, delle acciughe e il profumo di origano e basilico.
Le uova al
pomodoro hanno per me il gusto dell'infanzia e della serenità, la
stessa che trasmetteva il mio papà quando stava ai fornelli e
cucinando si divertiva.
Raccomando
vivamente di premunirsi di una scanata di pane, perché uova al
pomodoro chiamano scarpetta. In abbondanza.
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