Ristorante di Valencia |
Qualche
giorno fa sono cominciati gli Europei di calcio e ieri sera l'Italia
ha giocato la sua prima partita contro la Spagna. A casa mia il
calcio si guarda, eccome! E c'è anche un tifo di un certo livello,
con tanto di bandierone tricolore, sciarpa “forza azzurri”, inno
cantato in piedi con mano sul cuore, birre ghiacciate (con quel che
segue) e chiappe sul ciglio del divano per poter scattare in piedi in
caso di goal.
Una
buona partita quella di ieri, un pareggio che ci stava per le due
squadre che hanno vinto gli ultimi campionati mondiali. La Spagna mi
ispira simpatia, perchè gli spagnoli sono gente accogliente e
calorosa, sotto certi aspetti molto simili a noi italiani. Ho
studiato spagnolo a scuola, quando ero alle medie, e poi
all'università e adoro il suono melodioso e cantilenante di questa
lingua. Qualche anno fa sono stata a Valencia con le mie migliori
amiche Mufi e Vali, per andare a trovare il nostro amico Stèphane,
che in quel periodo viveva lì. E' stato un viaggio bellissimo e tra
le tante cose che abbiamo fatto, visitato, ammirato, Stiui ci ha
portate a mangiare la paella valenciana, quella vera, in un
ristorante poco fuori Valencia con davanti uno sterminato campo di
cavoli. Era veramente buonissima, innaffiata, ovviamente, da sangria.
La paella è piatto tipico spagnolo – prima o poi la farò, ma il
procedimento è lungo – ma il risotto, come si urla allo stadio, ce
l'abbiamo solo noi! Il riso è un alimento diffuso in tutto il mondo,
basti pensare ai paesi orientali, ma il risotto, beh, quello è
proprio una cosa italiana.
Gli
asparagi usati la scorsa settimana erano i penultimi, quelli di oggi
sono proprio gli ultimi, per un risotto delicato, ma dal sapore
inconfondibile.
Io uso
l'acqua di cottura degli asparagi per cuocere il riso, così è
ancora più gustoso e gli asparagi li aggiungo alla fine perchè non
si sfaldino, ma se invece vi piace che il riso si colori di verde,
mettete gli asparagi a inizio cottura del riso.
A casa
mia...forza Italia (adesso si può dire!)
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