Il nonno Emilio, pur avendo abitato per la maggior parte
della sua vita a Cagliari, era nato e aveva vissuto la sua giovinezza
a Milano e il suo cognome, di cui andava fiero, rivelava senza ombre
di dubbi la sua origine lombarda: Pizzoccheri.
Il nonno ci teneva a trasmettere ai propri figli e poi a
noi nipoti, il suo bagaglio di cultura culinaria regionale e mia
nonna, ottima cuoca, era stata “istruita” per riprodurre
fedelmente alcuni piatti lombardi e, ovviamente, non potevano mancare
proprio i pizzoccheri.
Sono un piatto simbolo della cucina tradizionale della
Valtellina, precisamente di Teglio. Delle piccole tagliatelle di grano saraceno condite con
patate, verza e formaggio Bitto o Valtellina casera; da noi questi
tipi di formaggi sono praticamente introvabili, per cui io li
sostituisco con la fontina d'Aosta.
Non pensavo sarei riuscita a postare questa ricetta,
adatta ai mesi più freddi, ma il clima uggioso e grigio di questi
giorni, fa venire ancora voglia di un piatto caldo e ristoratore,
abbinato ad un calice di vino rosso, il Sassella se preferite un vino
valtellinese, ma va benissimo anche un nostro Barbera, purchè ben
strutturato.
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