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Le
giornate si stanno accorciando, i sandali vengono rimessi nelle
scatole con un po' di nostalgia nel pensare alle serate estive,
spunta qualche leggera sciarpina e procrastiniamo il momento in cui
dovremo rimetterci le calze. Perché si sa, per noi donne è così,
quando ci rimettiamo i collant il freddo è veramente arrivato. Oggi
comincia ufficialmente l'autunno, stagione che io amo particolarmente
per i colori meravigliosi che regala. Passare sul lungo Po, davanti
alla collina di Torino, è una gioia per gli occhi: alberi rossi e
gialli che fanno da cornice al monte dei Cappuccini, gli ippocastani
carichi di ricci che si riflettono sul fiume, i vialetti del
Valentino carichi di foglie secche che si spostano al passare delle
biciclette. Autunno è anche sinonimo di vendemmia ed è una di
quelle esperienze che vorrei vivere. In verità, ci sono già stata
una volta - da bambina - ma non è stato esattamente come mi sarei
aspettata. Avete presente quelle foto che si vedono sulle riviste con
quelle gnocche stratosferiche, fresche di coiffeur, vestite con
bustini con lacci intrecciati che lasciano poco all'immaginazione,
che sorridenti e ammiccanti pestano con i piedi dalle unghie laccate
l'uva nei tinozzi? Ecco, non è stato così. Ricordo gli stivali di
gomma che affondavano nel fango, grappoli d'uva un po' malandati
dalle piogge venire sbattuti in grandi contenitori, contadini dalle
mani nere e callose pigiare con un grosso bastone gli acini per farli
passare attraverso una macchina che divideva l'uva dai raspi. Non
c'era molta poesia e neanche un bel pezzo di manzo vestito con i soli
pantaloni e con i pettorali in bella vista che rischiarasse l'uggiosa
giornata. Disdetta. Ma prima o poi ci ritornerò.
Autunno,
tempo per far tornare finalmente sulle nostre tavole calici di vino
rosso. Come dice una canzone degli alpini, “ E
bote e mese bote, barbera e grignolin, basta ch'a-j sia da bèive”,
bottiglie
e mezze bottiglie, barbera e grignolino, basta che ci sia da bere!
Perle di saggezza.
Il
mio vino preferito rimane il Nebbiolo, strutturato, importante, che
avvolge la bocca con il sentore di ciliegia e la nota delicata della
violetta. La rubrica “Gusto” mi fa un baffo. Ad un vino di
questa rilevanza, deve essere abbinato un piatto di altrettanta
entità: un arrosto è quello che ci vuole. Questa versione è
particolarmente saporita perché la carne è accompagnata da una
crema di verdure – carote, cipolla, sedano - che hanno cotto con
la carne stessa. Procurarsi una scanata di pane per fare abbondante
scarpetta e, ovviamente, del buon vino.
A
casa mia...gaute la nata!*
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