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Ovviamente
il lessico famigliare è presente anche nei rapporti di amicizia.
Quando eravamo al ginnasio, Vali ed io abbiamo visto a ripetizione
“Attila il flagello di Dio”, film cult degli anni '80, che
consiglio vivamente se qualcuno non lo avesse visto (Terremoto e
traccccedia!). Passavamo le mattinate a scuola a ripetere le frasi
del film e ridere come sceme. Ah, beata gioventù. Una di quelle che
mi faceva più ridere era “Al contadino non far sapere quant'è
buona l'equina con le pere”. Vi metto il video per farvi assaporare
un pezzo di questo film da Oscar.
Il
modo di dire vero (formaggio e pere) è uno di quei proverbi che ho
sentito dire spesso a casa quando ero bambina, per farmi avvicinare a
sapori nuovi. Cacio e pere è veramente un connubio meraviglioso: la
freschezza della frutta che contrasta il grasso del formaggio, la
sapidità e la dolcezza che incontrano l'acido. Questo matrimonio
perfetto ve lo propongo per un'idea veloce e buonissima per
l'aperitivo o l'antipasto: dei fagottini di pasta phillo (non so voi,
ma io faccio sempre una faticaccia per trovarla!) con pere e
parmigiano, con l'aggiunta di un po' di miele. Superbo.
A
casa mia...non importa che tu sia un armadillo o un pavone,
l'importante è che se muori, me lo dici prima.*
*Tel
chi el telùn – Aldo, Giovanni e Giacomo
Fagottini di pasta phillo con pere e parmigiano
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