Con il mio papà a Geremeas, estate 1983 |
Quando
ero bambina, la casa al mare dei nonni era sempre un andirivieni di
zii, amici, bambini, nani, ballerine...beh, no...mi fermo ai bambini!
Mio
fratello, i nostri tre cugini ed io: cinque bambini con una fascia
d'età dai 9 ai 2 anni, cioè un bel po' di vivacità in casa. Una
delle cose più divertenti era la battaglia in giardino con i
palloncini colorati pieni d'acqua, gavettoni che immancabilmente
finivano per superare gli oleandri e sfioravano la signora che
passava di lì e poi si lamentava degli schizzi. Noiosa.
Tenere
cinque bambini non era semplicissimo, lo capisco ora che sono mamma,
per cui a ognuno di noi veniva affidato un compito, in modo da essere
utili in casa e aiutare la nonna. La mansione più temuta era quella
di togliere la sabbia in veranda. Sembrava di scopare il mare. A metà
strada tra il “Noooo, che sfiga!” e il “Ffffiuuu, mi è andata
bene!” c'era innaffiare il giardino: poteva anche essere
divertente, ma essendo un incarico che doveva essere fatto per forza
la sera, non ci si poteva più bagnare, quindi era più una rogna. Il lavoro più bello di tutti era andare a comprare il pane:
nonostante fossimo piccoli, eravamo in un villaggio in cui non
passavano automobili, per cui non c'era nessun pericolo e andavamo da soli. Sacchetto
attaccato al manubrio della bici, costume, maglietta, pronti per la
mission. Si andava dalla Signora Celestina, la custode di
Geremeas, una donna non vecchia, ma che aveva sul viso i segni della
fatica, con le mani sempre sporche di farina e che parlava in sardo
strettissimo e quando si rivolgeva a me avevo sempre la faccia da
punto interrogativo. Celestina tutte le mattine sfornava da un
vecchio forno a legna un pane d'altri tempi, pane alle cipolle che
c'era da commuoversi da quanto era buono, e dolci sardi da capogiro.
Si entrava nella piccola bottega, con le pareti bianche e in
penombra, e si veniva assaliti da un profumo inebriante e dalle
chiacchiere in sardo. Il pane era ancora caldo, non si poteva
resistere e un bel pezzo non arrivava a casa. Un pane così buono non
l'ho mai più mangiato. Credo che il pane appena sfornato sia tra le
cose migliori che esistano: con un filo d'olio o con della
mortadella tagliata sottile, la morte sua.
Pane&mortadella,
un classico della merenda dei bambini (di un tempo!), ma anche
un'idea per un aperitivo: ho trasformato questo insaccato
straordinario in una mousse soffice e cremosa, perfetta per essere
spalmata su dei crostini.
A quest'ora un argomento come questo non può che mettere appetito!!
RispondiEliminaA me viene fame a qualsiasi ora...fa un po' tu! ;-)
EliminaMi è sembrato di leggere una pagina di un romanzo.. Grande Giampix!!!
RispondiEliminaMa magari! Grazie Manú! Un bacio
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