mercoledì 16 gennaio 2013

Sono bollita

Foto da slowdownsavor.com

Fa freddo, ma dopotutto siamo in inverno pieno. Ci avviciniamo a grandi falcate verso i giorni della merla e le temperature calano drasticamente. Non amo il gelo, ma neanche il caldo di agosto, diciamo che sono più da mezze misure, ma mi piace la sensazione dell'aria fredda quando esco la mattina per andare in ufficio. Mi piacciono le sciarpe e il fumo che esce dalla bocca, vedere le montagne innevate in lontananza e le colline torinesi bianche di brina. Mi piace tenere tra le mani una tazza calda di tè e cresce il desiderio di coccole, sotto il tepore di un plaid scozzese, davanti al fuoco scoppiettante di un camino. Sono un'inguaribile romantica.
I mesi invernali sono anche perfetti per cene con gli amici in cui stappare bottiglie di vino rosso corposo, avvolgente, da abbinare a piatti con una certa struttura, dei veri comfort food.
Uno dei secondi della grande tradizione piemontese, da gustare nel periodo freddo, è il bollito: diversi pezzi di carne fatti cuocere lentamente in acqua che, come per miracolo, si trasforma in un brodo meraviglioso. La Nonna Albertina, da brava emiliana, faceva il bollito non tanto per mangiare la carne, ma per avere dell'ottimo brodo in cui cuocere i tortellini.
A pensarci bene, è un secondo – oserei dire – leggero perché la carne viene cotta senza grassi – dietologi di tutto il mondo, inserite il bollito nelle diete! - ed è una gioia per la vista vedere i colori delle tante salse in abbinamento e, per il palato, sentire la tenerezza della carne che si scioglie in bocca. Nel bollito della tradizione c'è anche la testina, ma io non l'amo particolarmente e non l'ho inserita, e la gallina: ricordate di cuocere separatamente queste carni perché l'acqua di cottura della testina non è buona, mentre la gallina regala un brodo molto diverso nel sapore. Per cucinare meglio la gallina, bisogna cantare la canzone di Cochi e Renato “La gallina non è un animale intelligente”. Provare per credere. Ho cucinato questo grande classico per il pranzo di Natale – preceduto da tortellini fatti in casa nel brodo di carne - abbinando il bagnetto verde e la composta di cipolle di Tropea, ma sono perfette anche la salsa rubra, la senape, la Cugnà.

A casa mia...grande classico!


Nessun commento:

Posta un commento