mercoledì 3 ottobre 2012

Mi vuoi sposare?

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Ho molte amiche che si stanno per sposare o che si sono sposate da poco e questo blog è un po' dedicato a loro, perché nella loro nuova condizione di mogli abbiano qualche idea per la cena – si sa, gli uomini vanno presi per la gola – o per far colpo sulla neo suocera che immancabilmente giudicherà le doti culinarie.
Il periodo pre-matrimonio è bellissimo. Certo, a volte un po' stressante per i mille preparativi e le tante cose a cui pensare, ma sicuramente emozionante e anche divertente. A me piacerebbe tornare indietro solo per andare a scegliere piatti, bicchieri e la qualunque per la lista nozze – figata, prendi quello che vuoi e non lo paghi! - e per andare in tanti atelier a provare abiti da sposa. La ricerca del mio vestito è stata piuttosto veloce perché avevo le idee molto chiare in merito, ma non sempre le commesse dei negozi sono capaci di capire i gusti e propongono soluzioni che spesso si rivelano comiche. Il mio abito lo volevo dalla linea semplice, senza pizzi, fiori e fronzoli vari: in una boutique me ne proposero uno stile meringa, con balze e perline. Pensavo di aver parlato in arabo. Hanno talmente insistito che lo provai. Ora, dieci anni fa ero sicuramente più magra, ma sono sempre stata formosa e quel vestito mi faceva assomigliare ad uno di quegli ippopotami con il tutù che ballano in Fantasia della Disney. Un bijoux, ma proprio bella-bella-bella. Appena mi sono vista allo specchio sono scoppiata a ridere, mentre la signorina del negozio batteva le mani e con sguardo commosso diceva: “Come le sta beeeneeee!”. Le ho consigliato un oculista bravo, forse aveva la cataratta.
Poi c'è quel momento che rimane scolpito nel cuore di ogni ragazza, che fa emozionare, piangere, ridere – forse una sorta di schizofrenismo: la consegna dell'anello di fidanzamento, che se supera il carato e rende pesante la mano della fanciulla, è soprannominato Shazzan. Sotto troverete un supporto video per capire il perché. Quando il Maritino – allora fidanzatino - mi regalò il brillocco, in verità avevamo già deciso la data delle nostre nozze, ma organizzò lo stesso una giornata romantica. C'è chi ha ricevuto proposte di matrimonio a New York, chi ha organizzato serenate sotto la finestra – giuro – chi ha scelto Parigi, la città degli innamorati. Noi siamo stati a visitare le cantine a Barolo. E da qui si capiscono molte cose. Abbiamo poi mangiato in un ristorante in una frazione lì vicino: un locale di campagna, ma con una nota chic, accogliente, caldo. Già una bella trattoria. Cucina tradizionale piemontese, molto curata e abbinata a vini meravigliosi. Come dolce non poteva mancare il bonèt, tipico della storia del Piemonte, che prende probabilmente il nome dal bonèt ëd cusin-a, lo stampo da budino a forma di berretto.
La mia amica Giada del blog Fior di latte mi ha consigliato una ricetta che è stata un successo, con le giuste dosi per un risultato perfetto, sia nella forma che nel gusto.
Spose, con un dolce così arriverete di sicuro alle Nozze d'oro!

A casa mia...auguri e figli maschi!




Bonèt

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